Cronaca Cittadina IV



Eianina - Frascineto: Voci Distanti (1600 - 1700)
Trascrizioni e riassunti di documenti originali e di stampa antica © 2002-2006 Alicia Bodily

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Lavoro in corso / Trabajo en curso / Work in progress


1400 1500
1550
1600 1700 1800 1900


1606

Nel 1606 il parroco di Frascineto, allora chiamato Casalnuovo, era "D. Pietro Frascino Arciprete dell'ecc[lesi]a del Casale di Casalnovo"
(Fonte: Archivio Parrocchiale di San Pietro, Morano Calabro, documento del 20 Ottobre 1606)

En 1606 el cura párroco o arcipreste de Frascineto, que entonces se llamaba Casalnuovo, era Don Pietro Frascino.

In 1606 the parish priest of Frascineto was D. Pietro Frascino.


1606

Español English

Inventario dei beni del defunto Paolo Ferrari di Porcile a istanza di suo fratello Basilio Ferrari

Porcile, 24 Agosto 1606
Riassunto: Il notaio si recò nella casa del defunto Paolo Ferrari per registrare l'inventario dei suoi beni. La casa, sita nel Casale di Porcile, nel territorio di Castrovillari, aveva per confini la casa di Calogero Smilari, la casa di Giorgio Ferrari, la casa dello stesso Basilio ed altre.

Basilio disse che il suddetto Paolo aveva lasciato la sua ultima volontà in un istrumento, in cui istituiva come suo erede suo figlio legittimo e naturale Giovanni alias Gianni "Ferrariu[m]", e in caso di morte di questi, Bascia "Ferrara[m]". La moglie Elena de Pace sarebbe rimasta donna e padrona dei beni sua vita durante, mentre osservasse il letto vedovile.
Nell'istrumento, rogato dal notaio Marcello Parnasio di Castrovillari a 29 Aprile 1606, Paolo nominò come tutore dei suoi figli il suddetto Basilio. Allo scopo di evitare futuri malintesi, Basilio decise chiamare il notaio per fare l'inventario di tutto il patrimonio di suo fratello, e consegnarselo ufficialmente alla vedova Elena di Pace:

Per primo, una vacca e una "jenca" [giovenca], trè pecore e nove capre, quali disse detto Basilio che sono in potere di Giovanni Ferraro, una animale somarina con una "polletra" [puledra] appresso e quattro "bascelli" [vascelli], una casa consistente in due membri terranei, uno coperto di "ciramili" [tegole] e l'altro di tavole, e due pagliarelli contigui a detta casa, uno coperto di "ciramili" e l'altro di tavole, e dentro vi sono state le infrascritte robbe, videlicet.
"All'appartamento, quando primo s'entra, una falce, una Carrarizza [fune], una Caldara grande usata, una tina, e uno tennello, quattro botti, tre grandi et una piccola, e dentro la detta botte piccola vi è uno poco di vino guasto uno linzuolo a due tele ad occhielli usato, nove tavole serratizze per suffitta allo detto appartamento, una frissura [padella] usata, uno Caldarotto di Rame vecchio, uno Barrilaro con trè barrili vecchio, uno stipo [armadio] a levatura, uno spedo [spiedo] usato, una Chiavella piccola usata, tre campane di bovi usati, una pagliazza [coperta] con sua lettera [lettiera], uno linzuolo bianco a trè tele, un'altro linzuolo bianco usato a trè tele, uno paro di bertole usate, un'altro spedo, uno paro di bertole piccole vecchie, uno sacco nuovo grande da tener grano con sette stoppelli di grano dentro, un'altro sacco da tener grano mezzo tomolo di farina, una accetta et uno Cognato [cuneo], trè virduli [verdure], uno zappiliello a Cozzo [aveva il dietro come martello] una zappa, una scoppetta, una tenella da tener farina, due lucerne [lampade] di ferro, una serra piccola, dui barrili di musto, Trè Cascie due nuove ed una usata, due camizze, unaltra grande, trè crivi [crivelli] da cerner farina, una tovaglia di tavola usata, trè para di maniche di tela bianca lavorate per donna, un'altro paro di maniche di tela bianca lavorate, una corda nova un'altra falce, trè pezze di Caso, e due Ricotte, un'altra tovaglia, uno paro di calzi d'Imbalcata negra novi, et una cappa d'Imbalcata negra usata, uno sacco piccolo con uno quarto di ciciki (sic) dentro, uno bicchiero altro di cristallo orgio [orzo] tumula dui e mezo, una casacca [giaccone] Imbalcata negra usata, uno avanteletto nuovo, una vomera [aratro] usata, una manta usata,
vomero/aratro - Museo della Civiltà Contadina, Morano Calabro

Item, di grano tumula otto e trè quarti delli quali sene sono consignati tumula trè a Cesare Sabbatino esattore del signor Barone, che dedutti dalla detta [...] resta netto lo grano inclusi li primi sette stoppelli tumula sei e cinque stoppelli, uno Istromento in pergameno uno pezzo di terre aratorie di tumulate dudici alli pedali di Marcellino, allo Territorio della Comenda di S. Giovanne confine Con le terre d'esso Basile, un'altro pezzo di Terre di tumulate nove allo Monte confine con le terre di Cola Buono, le terre di Lazzaro Ferraro un'ayra [aia] quale disse haverla comprata da Pietro Belluscio per carlini sette e mezo, una vigna con pastino sita e posta a Mussurito confine con li beni di Alessandro Frascina et altri fini, et uno instromento in pergameno fatto per mano di Notaro Ottavio Ferraro di Morano della compra di una metà di detta vigna.
Item, una Copia di scrittura della compra delle terre fatta da Pietro Groppa, posta dentro detto Istromento, in fronte" [il documento continua in latino] le quali beni sopra inventariati e descritti il detto Basilio ha consegnato alla detta Elena... la quale ha promesso tenerli bene e restituirli a chi sono dovuti come è stabilito nel testamento del defunto Paulo.
Presenti per testimonio furono il giudice a contratto Pietro de Guido di Castrovillari, Fabio de Marino, il Chierico Gabriele Cortesio [Cortese] del Casale di Ungra [Lungro] e Cesare Sabbatino della Terra di Santo Donato.

lavoro a occhielli-bordado a ojete-eyelet embroidery
Lavoro a occhielli

Collegamenti: Per un breve dizionario del dialetto calabrese della zona di Rossano, utile anche per confrontare vocaboli della zona di Eianina-Frascineto, vedi Rizzo.
Mappe di Porcile - Frascineto: Vai qui
Misure di capacità ecc.: Vai qui

(Fonte: Sezione Archivio di Stato di Castrovillari, Fondo Notarile, Notaio Fabio Pagliaminuta, cc. 134v [137v] - 136r [139r])

Nucleo familiare

FERRARI
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_________________________
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Paolo FERRARI = Elena DE PACE Basilio FERRARI
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_________________________-----------------
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Giovanni (a) Gianni FERRARI --Bascia FERRARI [alb. Vasha = ragazza / joven / young girl]

Cognomi: Belluscio, Buono, Cortese, Ferrari, Groppa, Pace, Smilari; De Guido, De Marino, Ferraro e Pagliaminuta
Ringraziamento: Si ringrazia il papas Emanuele Giordano per l'assistenza riguardante molte voci antiche e dialettali. A.B.


Español

Inventario de los bienes del difunto Paolo Ferrari de Porcile a instancia de su hermano Basilio Ferrari

Porcile, 24 Agosto 1606
Resumen: El notario fue a la casa del difunto Paolo Ferrari para registrar el inventario de sus bienes. La casa, situada en el Casal de Porcile, en el territorio de Castrovillari, tenía como límites la casa de Calogero Smilari, la casa de Giorgio Ferrari, la casa del mismo Basilio y otras.
Basilio dijo que el sudicho Paolo había dejado su última voluntad en in instrumento, en el cual se declaraba como su herede su hijo legítimo y natural Giovanni alias Gianni "Ferrariu[m]", y en caso de la muerte de éste, Bascia (pron. 'Basha') "Ferrara[m]". La mujer Elena de Pace habría permanecido dueña y patrona de los bienes durante su vida, siempre que observara el estado de viudez.
En el instrumento, rogado por el notario Marcello Parnasio de Castrovillari el 29 de abril de 1606, Paolo nombró como tutor de sus hijos el sudicho Basilio. A fin de evitar futuros malentendidos, Basilio decidió llamar al notario para hacer el inventario de todo el patrimonio de su hermano, y consignárselo oficialmente a la viuda Elena di Pace:

En primer lugar, una vaca y una ternera, tres ovejas y nueve cabras, las cuales dijo el dicho Basilio que están en poder de Giovanni Ferraro, una burra con una burrita consigo y cuatro vasijas, una casa que consiste en dos habitaciones sobresuelo, una cubierta de tejas y la otra de tablas, y dos pajares cubiertos contiguos a dicha casa, uno cubierto con tejas y el otro con tablas, dentro de las cuales están las cosas descritas, a saber:


falce, forche e vomero/aratro - Museo della Civiltà Contadina, Morano Calabro

"En el departamento, apenas se entra, una hoz, una cuerda, una caldera grande usada, una tina, y una tinita, cuatro cascos, tres grandes y uno pequeño, y dentro del casco pequeño hay un poco de vino ácido, una sábana a dos telas con bordado a ojete usada, nueve tablas aserradas para ponerlas en el cieloraso del dicho departamento, una sartén usada, un calderón de cobre viejo, un armazón para sostener barriles con tres barriles viejos, un armario "a alzadura", un asador usado, una llavecita pequeña usada, tres campanas de bueyes usadas, un colchón de paja con su litera, una sábana blanca a tres telas, otra sábana blanca usada a tres telas, un par de "bertole" (prob. tijeras) usadas, otro asador, un par de "bertole" pequeñas viejas, una bolsa nueva para tener grano con siete stopelli de grano adentro, otra bolsa para guardar grano medio tomolo de harina, una hachita y una cuña, tres verduras, una zapita "a martillo" [tenía la parte posterior como un martillo], una zapa, una escopeta, una tinita para guardar harina, dos lámparas de hierro, una sierra pequeña, dos barriles de mosto, tres cajas [parecidos a un baúl, de madera sólida, servía de cómoda] dos nuevas y una usada, dos camisas, otra grande, tres cedazos de harina, un mantel de mesa usado, tres pares de mangas de tela blanca bordadas para mujer, otro par de mangas de tela bordada, una cuerda nueva, otra hoz, tres hormas de queso, y dos ricottas [secas como queso], otro mantel, un par de calcetines de "imbalcata" [tela de lana gruesa?] negra nuevos, y un capote de "imbalcata" negro usado, una bolsa pequeña con un cuarto de "ciciki" [posiblemente porotos/frijoles], un vaso, otro de cristal, avena tumula dos y medio, una casaca "imbalcata" negra usada, un avantiletto [posib. alfombrita para poner al lado de la cama] nuevo, un arado usado, una manta usada,
Ítem, ocho tumula de grano y tres cuartos, de los cuales se han consignado tres tumula a Cesare Sabbatino cobrador de impuestos del señor Barón, que menos la [...] queda neto de grano, incluídos los primeros siete stoppelli, seis tumula y cinco stoppelli, un documento en pergamino un pedazo de tierra arable de doce tumulate a los pies de Marcellino, en el Territorio de la Comenda de S. Juan [Gerosilimitano] confinando con las tierras del dicho Basile, otro pedazo de tierras de nueve tumulate en el Monte, confinando con las tierras de [Ni]cola Buono, las tierras de Lazzaro Ferraro, una trilla que dijo que la había comprado de Pietro Belluscio por siete carlinos y medio, un viñedo con vides jóvenes situado en Mussurito confinando con los bienes de Alessandro Frascina y otros confines, y un documento en pergamino hecho por mano del notario Ottavio Ferraro de Morano de la compra de una mitad de dicho viñedo.
Ítem, una Copia de escritura de la compra de las tierras a Pietro Groppa, situada dentro del dicho instrumento, al frente; cuyos bienes inventariados arriba y descritos, el dicho Basilio ha consignado a la dicha Elena,... que ha prometido tenerlos bien y restituirlos a quienes pertenecen como fue establecido en el testamento del finado Paulo.
Presentes como testigos fueron el juez a contrato Pietro de Guido de Castrovillari, Fabio de Marino, el Clérigo Gabriele Cortesio [Cortese] del Casal de Ungra [Lungro] y Cesare Sabbatino de la Tierra de Santo Donato.

Referencias y más información: Ver arriba.


English

Inventory of the properties of the deceased Paolo Ferrari of Porcile at the request of his brother Basilio Ferrari

Porcile, August 24, 1606
Summary: The notary went to the house of the deceased Paolo Ferrari to write an inventory of his property. The house, located in the Hamlet of Porcile, in the territory of Castrovillari, had the following limits, the house of Calogero Smilari, the house of Giorgio Ferrari, the house of the said Basilio and others.
Basilio said that the said Paolo had left his last will and testament in a document, in which he designated as his heir his legitimate and natural son Giovanni (a) Gianni Ferraro, and if he died, Bascia (pron. 'Basha') Ferrari. Paolo's widow Elena de Pace was assigned to be the owner and administrator of the property while she was alive, and while she remained a widow. In the document, written by notary Marcello Parnasio of Castrovillari on April 29, 1606, Paolo named as guardian of his children the said Basilio. In order to avoid future misunderstandings, Basilio decided to call the notary to make the inventory of all his brother's properties, and hand them officially over to his widow Elena di Pace:

First, a cow and a heifer, three sheep and nine goats, which Basilio said to be in possession of Giovanni Ferraro, a female donkey [jenny] with a foal, and four containers, a house of two rooms above ground, one covered with tiles and the other with wooden boards, and two small barns attached to the house, one covered with tiles and the other with wooden boards, and inside are found the following items:


barile, barilaio, e altri articoli impiegati per fare il vino - Museo della Civiltà Contadina, Morano Calabro

"As soon as one comes into the appartment, [there is] a scythe, a rope, a big used cauldron, a vat, a small vat, four casks, three big ones and a little one, and inside the small cask there is a little fowl wine, a used bedsheet of two fabrics embroidered with eyelets, nine sawed boards for the ceiling of the said appartment, a used frying pan, an old copper cauldron, a barrel stand with three old barrels, a cabinet "with a lift", a used spit, a small used key, three used bells for oxen, a straw mattress with its foundation [lit. 'litter'], a white bedsheet with three fabrics, another used white sheet with three fabrics, a pair of "bertole" [poss. scissors], another spit/skewer, a pair of old small "bertole", a new big sack for holding grain, with seven stoppelli of grain inside, another sack for holding grain, half a tomolo of flour, a small ax and a wedge, three vegetables, a small hoe with a hammer shape on the opposite side, a hoe, a shotgun, a small container to hold flour, two iron lanterns, a small saw, two barrels of must, three trunks [lit. 'boxes'], two new ones and one used, two shirts, another big one, three sieves to sift the flour, a used table cloth, three pairs of sleeves made of white embroidered fabric for a female, another pair of sleeves made of embroidered white fabric, a new rope, another scythe, three rounds of cheese, and two ricotte, another tablecloth, a pair of new socks made of black Imbalcata [poss. wool material], and a used black cape made of the same, a small sack with a quarto of ciciki [poss. beans?], one glass, another made of crystal, oats tumula two and a half, a used big black Imbalcata jacket, a new avantiletto [poss. small floor mat], a used plow, a used blanket,
Item, eight tumula of grain and three quarti of which three have been given over to Cesare Sabbatino, tax collector for the Baron, which taken from the said [...] leaves, including the first seven stoppelli, six tumula and five stoppelli, a document in parchment [that records] a piece of tillable land of twelve tumulate at the feet of Marcellino, in the Territory of the Commend of St. John, next to the lands of the same Basile, another parcel of land of nine tumulate at the location Monte, next to the lands of Cola Buono, the lands of Lazzaro Ferraro, a thresher which he said that he bought from Pietro Belluscio for seven and a half carlini, a vineyard with young grape vines, located in Mussurito, next to the properties of Alessandro Frascina and other limits, and a document in parchment written by the hand of notary Ottavio Ferraro of Morano about the sale of half of the said vineyard.
Item, a copy of a document of purchase of lands from Pietro Groppa, located inside the said document, in front" [the document continues in Latin] which properties inventoried and described above have been given to the said Elena... who has promissed to keep them well and to return them to whom it is legal [that is, her children] as is established in the will of the deceased Paolo.
Present as witnesses were the judge by contract Pietro de Guido di Castrovillari, Fabio de Marino, the Cleric Gabriele Cortesio [Cortese] of the Hamlet di Ungra [Lungro] and Cesare Sabbatino of the Land of Santo Donato.

Source and additional information: See above.


1607

Español English

Test[ament]us nuncup[ati]vus Dominice Frascine

Die 9 me[n]sis Maij 5.a Ind[itioni]s 1607 in Casali novo alias s[anc]to Petro nu[n]cupato Provintie Calabrie Citra. Ad preces nobis factas pro parte Dominice Frascine Albanensis Casalis P[re]t[eri]ti... ad domus Matthei Frascine suis fratris situs et positus Intus p[re]t[eri]tus Casale justa bona Do[mini] Basilij Frascine juxta bona Simonis Frascine et alios fines et ibide[m] ingressi invenimus dicta Dominica in lecto jacente[m] infirma[m] corpore sana[m] tame[n] mente et In recta suj locutione et memoria... testatrix ipsa institutit sibi herede[m] un[iversa]l[e]m et par[ticula]res sup[ra] suis [...] bonis mobilibus et stabilibus, & p[re]t[eri]tum Mattheu[m] frascina[m] ejus fratre[m]... exceptis tame[n] infra[scri]tto legato Ite[m] legavit pienavice tantu[m] Do[mino] Progano Drayno Presbitero dicti Casalis Carulenos quinque... Ite[m] voluit et mandavit ipsa testatrix q[uam] dictus Mattheus suis heres teneat testatrice[m] ipsa[m] sepelliri facere more albanensiu[m]...
P[rese]ntibus Judice Joanne Domestico Casalis Ungri, in pret[eritum] Casali c[om]morante [...] Do[mino] Scipione Prifti Diacone Joanne Cesare lamarina [o samarina] clerico Scipione Nescano [o Trescano] Mario et Julio Buono [o Bruno] de Castrovillari Michaele Belluscio et Basilio ferrario Albanensibu[s] Casalis p[re]t[er]iti...
(AS di Castrovillari, Notaio Fabio Pagliaminuta, anno 1607, c. 114 verso (116 verso) - 115 recto (117 recto))

Il cognome "Prifti" risulta interessante. Nelle vicinanze di Frascineto ci sono alcune famiglie di cognome Loprete (anticamente si scriveva anche Lo Prete), di origine italiana. Si è proposto che alcune famiglie italiane di questo cognome si traslocarono a Frascineto. Invece qui c'è l'evidenza che molto più probabilmente il cognome subì una semplice traduzione all'italiano. E' chiaro che per assicurarsi bisogna fare uno studio minuzioso, e che potrebbe risultare che alcuni Loprete italiani si siano inseriti in Frascineto. Ma si deve ammettere che l'evidenza, anche se magra, propone che il cognome Prete/Loprete, in Frascineto, sia di origine albanese, probabilmente stradiota, da quelli albanesi che emigrarono in Grecia. Nel 1541 troviamo parecchi stradioti di cognome Prifti, che si sono traslocati con altri stradioti da Napoli di Romania all'isola di Corfù (Vedi notizia). A.B.


Español

Testamento de Domenica Frascino de Casalnuovo alias Santo Pietro

El día 9 del mes de mayo de la quinta indicción [o sea, el quinto año de trabajo del notario] 1607 en Casalnovo alias Santo Pietro Provincia de Calabria Cercana. A pedido hecho a nosotros por parte de Domenica Frascina albanesa del casal predicho... en la casa de Mateo Frascina su hermano, localizada en el predicho Casal, al lado de los bienes de Don Basilio Frascina, de Simone Frascina y otros límites, una vez que entramos encontramos a la dicha Domenica acostada en la cama, enferma físicamente pero de mente sana y de habla y memoria claras... la testatriz instituyó a su hermano Mateo Frascina como herede universal y particular sobre todos sus bienes, muebles e inmuebles... a excepción de un legato pío a favor de Don Progano Draino, cura de dicho Casal, cinco carlinos... La testatriz también declara que quiere que su hermano haga su sepelio a la manera de los albaneses.
Presentes el Juez Giovanni Domestico del Casal de Ungra [Lungro], que está viviendo en el Casal predicho [Casalnuovo], el Señor [sacerdote] Scipione Prifti [que significa 'Sacerdote' en albanés], el diácono Giovanni Cesare Lamarina [o Samarina], el clérigo Scipione Nescano [o Trescano], Mario y Julio Buono [o Bruno] de Castrovillari, Michele Belluscio y Basilio Ferraro, albaneses de dicho Casal.

El apellido "Prifti" resulta interesante. En los alrededores de Frascineto se encuentran algunas familias de apellido Loprete (antiguamente se escribía también Lo Prete), de origen italiano. Se ha propuesto que algunas familias italianas de este apellido se mudaron a Frascineto. En vez aquí hay evidencia de que es mucho más probable que el apellido se haya convertido por medio de una simple traducción al italiano. Está claro que para asegurarse se debe hacer un estudio minucioso, y que podría resultar que algunos Loprete italianos se mudaron a Frascineto. Pero se debe admitir que la evidencia, aunque tenue, propone que el apellido Prete/Loprete, en Frascineto, es de origen albanés, probablemente stradiota, de los albaneses que emigraron a Grecia. En 1541 se encuentran varios stradioti de apellido Prifti, que se trasladaron con otros stradioti de Napoli de Rumania a la isla de Corfú (Ver la noticia). A.B.


English

Last will and testament of Domenica Frascino of Casalnuovo alias Santo Pietro

On the 9th day of May of the fifth indiction [that is, the fifth year of work of the notary] 1607 in Casalnovo alias Santo Pietro Province of Near Calabria. At the request made to us by Domenica Frascina Albanian of the said hamlet... at the house of Mateo Frascina su hermano, located in the same Hamlet, which is next to the property of Don Basilio Frascina, of Simone Frascina and other limits, upon entering we found the said Domenica lying on her bed, sick in body but of clear mind and speech... the testatrix designated her brother Mateo Frascina as her universal and particular heir over all her belongings, movable and immovable... with the exception of a church legate in favor of Don Progano Draino, priest of the said Hamlet, five carlini... The testatrix also declares that she wants her brother to bury her according to the custom of the Albanians.
Those present were Judge Giovanni Domestico of the Hamlet of Ungra [Lungro], who is living in the said Hamlet, the priest Scipione Prifti [which means 'Priest' in Albanian], el deacon Giovanni Cesare Lamarina [or Samarina], the cleric Scipione Nescano [or Trescano], Mario and Julio Buono [or Bruno] of Castrovillari, Michele Belluscio and Basilio Ferraro, Albanians of the said Hamlet.

The surname "Prifti" is interesting. There are Italian families from towns around Frascineto who carry the surname Loprete (In the past it was also written Lo Prete). It has been proposed that some Italian families of this surname moved into Frascineto from the surrounding towns. Here, instead, there is evidence that it is much more probable that the surname was converted by means of a simple translation into Italian. To be sure, a careful study must be made, and it could happen that some Italian Loprete moved to Frascineto. But one must admit that the evidence, although scarce, points to the fact that the surname Prete/Loprete, in Frascineto, is of Albanian origin, probably stradiota, of the Albanians that emigrated to Greece. In 1541 several stradioti surnamed Prifti, who were moved from Napoli of Rumania into the island of Corfu, can be found (See the information). A.B.


1607

Español English

Procur[ati]o p[er] Rubbino Frascina in p[er]sonam D[omini] Andree Frascine

Die 5 Me[n]sis Septembris 5.a Ind[itioni]s 1607 in Casalnovo al[ia]s Frascineto Provintie Calabrie Citra Innostris p[ræse]ntia constitutis Rubbinus Frascina Albanesis Casalis Ungri qui sponte asserit cora[m] nobis ad infra[scri]tta p[er]sonalit[er] ad esse et vacare non posse aliis magis arduis negotijs prepeditus et occupatus ut d[ici]t c[on]fisus igit[ur] & de fide & clerici Andree frascine Albanensis dicti Casalis novi et Joan[n]is alias Janni Frascini dicti Casalis Ungri ipsos quide[m] presentes et quelibet ipsos in solidu[m] Itaq[ue] [...] Spont.e Coram nobis [...] fecit constitutit suos veros claros proc[uratore]s […] et p[er] parte ipsius constituentis et p[er] eo co[m]parendum In R[eg]ia Audientia Provintie pret[eri]te vel in baronal Curia dicti Casalis Ungri, et in quolibet alio tribunali et ibide[m] co[m]paritiones qualibet presentandu[m], et dicendu[m] de nulitate [...] ad instantia[m] Anibalis De Rose contra ipsu[s] co[nstitut]is et eius fratre...
P[rese]tibus Judice Joa[n]ne Domestico Casalis Ungri abitante in Casalis predicto, [...] Do[minus] Antonio Frascina Donno Alibeccho Frascina et Clerico Joseph de Pace Casalis Porcilis ceteris dicti Casalis novj testibus ad predicta Rogatis.
(AS di Castrovillari, Notaio Fabio Pagliaminuta, anno 1607, c. 180 verso (182 verso) - 181 verso (183 verso))

Vedi due discendenti di Rubino Frascina: Nicol'Antonio di Rubino (Catasto Onciario di Frascineto, anno 1752, Rendite della Cappella del Purgatorio, padre di Tommaso Frascino e di Andrea Frascino), e Domenico FRASCINO alias RUBINO, fu marito di Domenica FREGA, morto in Porcile nel 1765 (Catasto Onciario 1752)


Español

Procuración por Rubino Frascina en persona de Don Andrea Frascina

El día 5 del mes de setiembre quinta indicción 1607 en Casalnuovo alias Frascineto Provicia de Calabria Cercana en nuestra presencia compareció Rubino Frascina albanés del Casal de Ungro [Lungro] el cual espontáneamente afirmó delante nuestro sobre las cosas suscritas, que no puede moverse por causa de otras circunstancias, y asigna como sus representantes al clérigo Andrea Frascina, albanés del dicho Casalnovo y a Giovanni alias Gianni Frascino del dicho Casal de Ungro, ambos presentes y actuando juntos... espontáneamente en nuestra presencia... los hace y constituye como sus verdaderos procuradores para que comparezcan a su nombre en la Regia Audiencia de la pretérita Provincia o en la Curia Baronal del dicho Casal de Ungro, y en cualquier otro tribunal donde sea necesario presentarse... por la causa que Annibale De Rosa tiene contra él y su hermano...
Presentes el Juez Giovanni Domestico del Casal de Ungro habitante en el predicho Casal, Don Antonio Frascina, Don Alibecco Frascina y el Clérigo Giuseppe De Pace del Casal de Porcile y varios otros testigos de dicho Casalnuovo, sobre las cosas predichas.

Ver dos descendientes de Rubino Frascina: Nicol'Antonio di Rubino (Catasto Onciario de Frascineto, año 1752, Rentas de la Capilla del Purgatorio, padre de Tommaso Frascino y de Andrea Frascino), y Domenico FRASCINO alias RUBINO, difunto marido de Domenica FREGA, muerto en Porcile en 1765 (Catasto Onciario 1752)


English

Power of attorney by Rubino Frascina given to Don Andrea Frascina

On the 5th day of September 5th indiction 1607 in Casalnuovo alias Frascineto Province of Near Calabria in our presence appeared Rubino Frascino Albanian of the Hamlet of Ungro [Lungro] who spontaneously affirmed in our presence about the things that are written herein, that he cannot move because of other business, and assigns as his representatives the Cleric Andrea Frascina, Albanian of the said Casalnuovo and Giovanni alias Gianni Frascino of the said Hamlet of Ungro, both present and acting as one... spontaneously in our presence... he makes them his true procurators in order that they may appear on his behalf before the Royal Audience of the aforesaid Province or in the Baronal Curia of the said Hamlet of Ungro, and in any other tribunal where it should be necessary to appear... because of the complaint that Annibale De Rosa has against him and his brother...
Present at this time are Judge Giovanni Domestico of the Hamlet of Ungro living in the said Hamlet, Don Antonio Frascina, Don Alibecco Frascina and the Cleric Giuseppe De Pace of the Hamlet of Porcile and several other witnesses of the said Casalnuovo, about the things aforesaid.

See two descendants of Rubino Frascina: Nicol'Antonio di Rubino (Catasto Onciario of Frascineto, year 1752, Rents of the Chapel of the Purgatory, father of Tommaso Frascino and of Andrea Frascino), and Domenico FRASCINO alias RUBINO, deceased husband of Domenica FREGA, who died in Porcile in 1765 (Catasto Onciario 1752)


1612

I dintorni: L'Università di San Cosmo e Cornelio MANCUSO di Carolei stipolano una convenzione
Universita[ti]s Casalis S[anc]ti Cosmi & Corneliu[s] MANCUSO Casalis Caruli-Conventionis

(c. 265 verso)
"Die 16 men[sis] 9[m]bris 11 Ind[itioni]s 1612 in Casali S[anct]i Cosmi & Constitutis in n[ost]ri p[ræ]sentia Horatio BELLUCCIO sindico In p[ræ]sentis dicti Casalis, Thodaro BUSCIA, M[agist]ro Fabio SQUILLIZZA et Basile BUA electis dicti Casalis huius p[ræ]se[n]tis Anni 11 Ind[itioni]s agentibus, et int[er]venentibus ad Infra[scri]tta o[mn]ia, tam sindicario, et electario no[mi]ne, q[uam] eos p[er] p[ropr]iis, privatis, et p[ræsen]tibus no[m]i[ni]bus, et Insolidu[m] & ex parte una, Et Cornelio MANCUSO Casalis Caruli [Carolei] pertine[n]tias Civitatis Cos[enz]æ ad p[ræ]sens comor[an]te in ditto Casale agente similit[e]r ad Infra[scri]tta o[mn]ia p[er] se ex parte a[l]tra; quiquidem Sin[di]cus, et Electi p[er] utili, et exp.ca, ac p[er] mayori comodo, et utilitate eiusdem Casalis Sancti Cosmi eiusdi[?] Civiu[m] pariter ad conve[n]ti[on]em deveneru[n]t cu[m] Cornelio hic Ibidem p[ræ]sente & m[od]o vulgariter descripto, ut Infra V[idelicet]:
Che ha piac[i]uto ad essa Uni[versi]tà, et suoi Cittadini fare partito con detto Cornelio dello pagam[en]to fiscale di detto Casale et á lui med[esim]o consignare nella p[rim]a del mese di Luglio p[rossimo] futuro dell'Anno seg[uen]te 1613, Il libro q[ua]le d'essige[n]za di d[ett]o Casale p[er]q[ue]llo posser essigere detto Cornelio comodam[en]te, et pagarne le Reg[ie] banche tertiatim conforme il solito, et dal Reg[i]o The[sorie]ro terzo per terzo, et p[er] qualsiu[n]a pagam[en]to se li farà sen'habbia p[er] detto Cornelio, come p[er]mette p[ro]curare et recevere le debite cauthele di sodisfati[on]e et consignarli ad esso Sin[di]co nel n[umer]o infra[scri]tto, quale libro Il d[ett]o Sin[di]co, et Eletti ci l'habbiano, come p[er]mettino á consignare In detto t[em]po ut s[upr]a vero, liq[u]ido, et n[umer]o exatto, di maniera, che

(c. 266 recto)
che alla fine renova[n]dosi In q[u]ello qualche fragante cioè persona Impote[n]te, morto, et abse[n]te, no[n] sia tenuto esso Cornelio di quelle fraga[n]te partite ut s[upr]a a cosa alcuna, ma vadano Indanno, et carico d'ess'Uni[versi]tà, laquale potendoli essigere, o nò vadano in benef[ici]o, utile, et danno d'essa Uni[versi]tà, no[min]e(?) et nò del detto Cornelio Patto, che detto Cornelio habbia, come p[ro]mette di sodisfar dette banche terzo, p[er] terzo ut s[upr]a con suoi p[ro]prij denari, fatiche, et pericolo, et p[er] curarne dette rec.te, et consignarle a detto sin[di]co q[ual]i faran[n]o conto dell'exatto Ita, che Il p[rim]o 3.o sia a Xbre p[rossim]o futuro, et così continuare ut sup[r]a Insin che no[n] haverà fatto l'Integra sodisfat[ion]e et pagam[en]to, alche essa Uni[versi]tà, et suoi Cittadini, no[n] siano tenuti á cosa alcuna, solu[m], che consignare detto libro d'essige[n]za nel detto modo, et t[em]po, veru[m], ch'atte[n]ti li pericoli, fatiche, et denari, che detto Cornelio pagherà anticipatam[en]te p[rim]a che facci dett'essigenza, et paterà, esso Sin[di]co, et Eletti no[mini]bus q[ui]bus s[upr]a p[er]mettino pagarle sin come dano sin[di]cario et elettario, ac p[ro]prijs no[m]i[ni]bus ut s[upr]a no[m]i[n]e li constituiscono ad esso Cornelio p[re]sente la p[ro]visione di docati ce[n]to, quale sela possa essigere, et retenere dal p[ro]p[ri]o libro, et exige[n]za, ma con q[ue]sta conditione, che mentre esso Cornelio s'ha pigliato, come si piglia detto peso, et carico habbia da sodisfare dette banche, et Incasu, che di quelli ma[n]chasse, tutti danni, spese, et Inter[ess]i

(c. 266 verso)
che corressero ad essa Uni[versi]tà, et suoi Cittadini par[ticola]ri p[er] occasione di Comm[ission]ij, o di qualsiu[nqu]e altro modo, et causa p[re]detti, et Infra[scri]tti, ex culpa, et difetto d'esso Cornelio, vadano in peso, et dan[n]o d'esso p[rede]tto Cornelio, Il qual habbia da cavar p[er] d[ic]te cause Indenne, et Illesa essa p[rede]tta Uni[versi]tà, et par[iment]i Cittadini a suoi p[ro]p[r]ie spese, et fatiche, et n[essu]n a[l]tr[o]; Pacto, che lodetto Cornelio habbia come p[ro]mette á sodisfare, et pagare anticipatam[en]te ad essa Uni[versi]tà tanto denaro, qua[n]to asce[n]dirà la so[m]ma di docati sei ce[n]to, Inclusa però in detti D[ocati] 600 la so[m]ma del detto Reg[i]o pagam[en]to, quale so[m]a servirà p[er] li occorre[n]ti d'essa Uni[versi]tà, et secondo gli occorrerà siatenuto, come p[ro]mette esso Cornelio di pagar al sin[di]co q[u]ello bisognasse, [vice]ver[s]i che detto Sin[di]co n[on] l'habbia di q[u]elli denari In dies á fare le debite rec.te et q.ns Il libro p[re]detto q[u]ale d'essigenza importasse più di detti D[uca]ti fatto conto fra essa Uni[versi]tà, et esso Cornelio alla fine del d[ett]o Anno principia[n]do da oggi inanzi quello depiù, esso Cornelio p[ro]mette pagarlo ad essa Uni[versi]tà, et caso, che Il libro fosse di meno so[m]ma di detti docati seice[n]to qu[e]lla ma[n]ca[n]za s'habbia á correspondere ad esso Cornelio dentro detto p[re]se[n]te Anno insinche s'arrivarà a detta som[m]a di docati seice[n]to, et così sono convenuti esse parti, et p[ro]mettino osser[va]re Il p[re]se[n]te Instr[oment]o, et q[ua]nto Inesso si contiene, in principio, medio et fine et Inqualsiu[n]a parte d'esso, et In casu q[uontra]io, ta[n]to esso Cornelio, come

(c. 267 recto)
come li p[re]tt[erit]i Sin[di]co, et electis no[m]i[ni]bus p[ræ]dictis, voleno ess[er]e tenuti á tutti danni, spese, et Inte[ress]e... (continua)
P[ræsen]tibus J[udice] Fran[cis]cus SPEZZANUS
Joan[n]es Thoma et Franciscus PONTIS de Caruli
Joan[n]es Jacobus MEGLIORIS t[er]ræ Acri et
Cl[ericus] Paulus TOCCIUS S[anc]ti Cosmi
Die 20 men[sis] Xbris"

(Archivio di Stato di Castrovillari, Notaio Mario DE RAGO di Altomonte, c. 265-267)


1613

I dintorni: L'Università di San Demetrio Corone si prepara per inviare
dei procuratori a Roma per ottenere copia degli antichi Capitoli

(p. 285 verso)
"Ad Proc[urato]ri adm[ini]stra[tivo] Uni[versita]tis, et Civi[b]u[s] S[anc]ti Dimitri, et Macchiæ in p[er]sona Muricchi BELLUCCI et Marci DELIGORIO, ut
Die 13 men[sis] Martij ii Ind[itioni]s 1613. In Casali S[anc]ti Dimitri Constituti In N[ost]ra p[ræ]sentia Antonius LOPES de basile Sin[da]co huius p[ræ]sentis Anni dicti Casalis, necno[n] Nicolaus LOPES DE TRIANO, Antonius BELLUCCIUS de Joan[n]e, et Martinus BELLUCCIUS Eletti dicti Anni p[ræ]dicti Casalis, quiquide[m] Sin[da]cus, et Eletti, sp[ontaneamen]te una nimiter asserueru[n]t, quatr[os] congregatis Ipsis Sin[da]co, et Electis cu[m] n[on] nullis civibus eiusde[m] Casalis In pu[bli]co Colloq[ui]o p[er] recuperat[io]ne cap[itu]los inbenef[iciu]m Ipsius Uni[versita]tis et civiu[m] concessos a Ill[ustrissi]mo, et Rev[erendissi]mo D[on]no Don'Indico SISCARA Abbate, Et Comme[n]datario Rev[erendissi]mæ Abbatiæ Sancti Adriani D[omi]no, et pa[tro]no dicti Casalis S[anc]ti Dimitri, Macchiæ et S[anc]ti Cosmi, et Illius p[er] p[ropri]a manu firmatos quos virtute Ipsa Uni[versi]tas &

(p. 286 recto)
Cives dici gavisi sunt beneficijs, et valitatibus In dictis cap[itu]lis q[uo]tentis quiquide[m] cap[itu]li post modu[m] successu op[tio]nis p[er]veneru[n]t in manibus, et posse siq[ui]de[m] Rev[eren]dis Abbatis med[ian]te pena p[er] q[uondam?] Nicolai BELLUCCI DELLA CATTIVA, adeo q[uam] p[er] ipsa Uni[vers]itas, et Cives illis privati fueru[n]t in max[im]o damno p[er]vin[en]d[o](?), et inte[r]e[a] eiusde[m] Uni[versita]tis, et Civiu[m] eis p[er]ve[nen]tis, et desidera[n]tes ad pristina beneficia, et utilitates restitui, et reduci posse, delliberaru[n]t conficere p[er] fatu[m] Colloquiu[m] cuius tenor talis est V[idelicet]: die decimo men[sis] Martij 1613 in Casalis S[anc]ti Dimitri & in pu[bli]co Colloquio congregatis infra[scrit]tis Sin[da]co, Electis, et Civibus p[er] ban[n]u[m] emanatu[m] p[er] And[re]a CHIURCO baiulu[m] p[ræ]sente[m], et refere[n]te[m] p[er] Antonio LOPES Sin[da]co, Cola LOPES, Ant[oni]o BELLUCCIO, et Martino BELLUCCIO Electis, Cola DE LIGURI, Muricchio BELLUCCIO, Marco DE LIGURI Marino BELLUCCIO Gum[m]a RADA, Ant[oni]o CUCCIO, Conte CANADE, Giorgi CHIAFFITELLO, Giorgi BRUNETTO, And[re]a MANASI, Salvatori DELIGURI, Paulo BELLUCCIO, Marcello BELLUCCIO, Minico LOPES, Luca BRESCIA, Athanasso BELLUCCIO, Fran[ces]co ANDROPOLO, And[re]a STRIGARO, Giorgi BELLUCCIO, Vasile CUMISIO, Thomase DE AMICO, Paulo BILLUCCIO, Angelo PISARRA, Janne MARINO, Fran[ces]co BELLUCCIO, Paulo DE ANATO, Thodaro CARUSO And[re]a MATRA[N]GO, Cola ARCHIOPOLO, Conte MARCHIANÒ, Michele POD Alliquali Congregati si p[ro]pone p[er] li re[troscri]tti sin[da]co, et Eletti del Casale di S[anc]to Dimitri, et Macchia come u[t] s[u]p[r]a, che fù dall'Uni[versi]tà di d[ict]i Casali conosciuto l'Ill[ustrissi]mo S[ignor] Don'Indico al p[re]sente p[er] la Dio gra[tia] Abbate, et Comme[n]datario della Rev[erendissi]ma Abbatia, di S[anc]to Adriano Patrone, et come tale al primevo(?) di suo dom[ini]o sop[r]a detti Casali, una di S[an]to Cosmo in benefi[ci]o di di[ct]i Casali di S[an]to Dimitri, et Macchia fù conceduto p[er] gra[tia] alli Cittadini d'essi

(p. 286 verso)
p[er] cap[itu]lo firmato di m[an]o p[ro]p[ri]a di detto Sig[no]re, ch'essi Cittadini havessero dovuto pagare la ragg[io]ne di Casalinaggi, raggione di Molino censi di vigne, et t[er]re, et altri insieme con li terraggi tassati in detto Cap[ito]lo, alla quale tassa si conte[n]tavano detti Cittadini E p[er]che molti Anni Son[n]o, (sic) che la p[re]t[erit]a Uni[versi]tà, et Cittadini Son[n]o stati privi da detto Cap[ito]lo p[er] ess[er]e stati restituiti ad esso Sig[no]re dal s[uddett]o (? o "quondam", non chiaro) Cola BELLUCCIO DELLA CATTIVA in poter del quale all'hora si trovava detto Cap[ito]lo, et fù restituito ut s[upr]a senza la volu[n]tà delli Cittadini; Pertanto ad esso Sin[da]co, et Eletti hà parso p[er] lo benef[ici]o comune oportuno exp[edien]te acciò si ricopri detto cap[ito]lo da m[an]o di detto Sig[no]re, S'è concluso pari votu, et ne[m]i[n]e discrepante, che p[er] la recoperat[ion]e di d[ict]o Cap[ito]lo si ma[n]di una o due persone di d[ict]o Casale, li più atti et delige[n]ti, In Roma dall'Ill[ustrissi]mo Sig[no]r Don Indico, et a q[ue]llo supp[o]ne farli gra[tia?] a d[ict]a Uni[versi]tà et Cittadini p[re]detti, non restassero più delusi a no[n] tenere q[ue]lli scritture, che li son[n]o favore, utilità, et necessità, et in defetto, che detto Sig[no]re no[n] volesse consignare detto capitolo, s'habbia recorso dove bisognerà con quelli remedij oportuni, necessarij, et exp[edien]ti, fossero p[er] la qualcosa si dona pot[est]à a'detto Sin[da]co, et Eletti che possano far p[ro]cura a p[er]sona, che li parerà exp[edien]te p[er] andar' in Roma p[er] detto effetto, et tutto q[ue]llo bisognasse, tanto p[er] la spesa di Camino, et stanza, seu mora in Roma, quanto ogn'altra spesa da farsi insuri che si sortisca il debito effetto, sarà fatta buona ad esso Sin[da]co nelli conti, che darà nel fine del suo Sin[daca]to mostra[n]do però detto Sin[da]co rec[evu]ta del dinaro, che consignerà a detti p[rocurato]ri, o ad altre p[er]sone per d[ett]o effetto, et così

(p. 287 recto)
è stato concluso nemine discrepante Notarius Marius, Capitanus Francesco Spezzano Cap[itanu]s; quibus vi[ri]bus sic assertis & et Colloquio nobis p[ræ]dictu[m] Sindacu[m] et electos p[ræ]se[n]tato, et p[er] me sup[rascri]ttu[m] et infra[scri]ttu[m] Not[ariu]m sic in p[ræse]nti instr[ument]o inserto, et post modu[m] eisdem sin[da]co, et electis restituto subiu[n]gendo asseru[n]t virtute Colloquij p[ræ]dicti, Confisi Igit[u]r plenarie ab expertis de fide& Marci DELIGURIO, et Muricchi BELLUCCI eiusde[m] Casalis S[anc]ti Dimitri, Ipsos quide[m] Marcu[s], et Muricchiu[s], et Unu[m]que[m]quidem Ipsos Insolidu[m] licet abse[n]tes ta[m]q[uem] p[ræ]sentes & spont[aneament]e, eo[dem?] [...] via & cu[m] pote[re] substitue[n]di unus vel plures no[m]i[n]e dictæ Uni[versi]tatis, et civiu[m] p[ræ]dictu[m] feceru[n]t, constitueru[n]t & in suos dictis no[min]ibus Procur[ator]es, itatu[m], & sp.litas q[ua]litati no[n] derogat, nec [...], Ad præ[...] no[m]i[n]e, et p[er] parte eiusde[m] Uni[versi]tatis, et Civiu[m] comparendu[m] cora[m] dicto Ill[ustrissi]mo, et Rev[erendissi]mo D[omi]no Don'Indico, et abe eo pete[n]du[m], recupera[n]du[m], et habendu[m] p[ræ]vijs supplicationibus, et p[ræ]cibus sup[rascri]ttu[m] cap[itu]lu[m], seu cap[itu]los, et p.ns (?) difficultaret[u]r ad recuperandu[m], petendu[m], habendu[m], et recipiendu[m] cap[itu]los p[ræ]dictos comparendu[m] tande[m] In [cur?] loco, et foro, et tribunali Majoris, vel Minoris Civitatis Romæ et signa[li]ter in Rev[eren]da Cam[e]ra Sedis Ap[osto]l[i]cæ et cora[m] illius, vel illor[um] quibus cuisque D.D. Indicibus, et officialibus, et [g.ns?] opus erit Coram D[omi]no no[stro] D[omi]no Paulo quinto divina Prov[identi]a Papa, et in ac cora[m] eis age[n]du[m], et defendendu[m], juroq[ue], et defensiores ipsius uni[versita]tis et civiu[m] p[er]v[e]ne[n]du[m] et allega[n]du[m], lites c[on]testandum, c[on]tumacias incusandu[m], ter[mi]nos et dilat[io]nes petendu[m], et recipiendu[m], c[on]trariandus[m] obsciendu[m], et respondendu[m], exceptiones, petitiones, comparitiones et

(p. 287 verso)
scripturas alias quascu[m]q[ue] offere[n]du[m], et p[ræ]sentandu[m], ipsasq[ue] intimas pete[n]du[m], et faciendu[m], et p[ro]ductas, vel p[ro]duce[n]das ex adverso In[gra]tiariu[m] reprobandu[m] eode inpertine[n]tibus se debite p[ro]testandu[m], testes p[ro]ducendu[m], Illosq[ue] citari et exam[inand]i pete[n]du[m], et faciendu[m], ac in partibus si opus fuerit nominandu[m], testiu[m] adversæ partis Jur[a]ta videndu[m], et sedebite p[ro]testa[n]du[m], c[on]tra p[er]sonas, et dice[n]da per eas, ac de vario, et falso Ipsas accusandu[m] indices, et Multos (?) altræ elige[n]du[m], suspectos recusa[n]du[m], alta p[er]cu[n]ctandu[m], et de' nullitate dice[n]du[m] inea[m] p[re]cedendu[m], publica[n]du[m], et concludendu[m], et o[mn]es, et sing[u]los alios actus Juridicos, Judiciarios, necess[a]rios, et oportunos, qui de stilo, prattica, et observa[n]tia, quaræ(?) vis Curiæ(?) sunt faciendu[m] ipsos ad fine[m] litis/ et in[stan]tiæ, executione[m] inclusive, ins[tan]tiam, seu ins[tan]tias, tam Int[er]loqutorias, q[uam] diffinitivas per contrafieri pete[n]du[m], et audie[n]du[m] et ab eis, et quolibet alio gravamine illato vel in fere[n]do si necesse fuerit appella[n]du[m], reclama[n]du[m], et de nullitate dice[n]du[m], dictasq[ue] nullitates, et appellat[io]nes p[er]seque[n]du[m] usque adfine[m], ac si, et p[ræse]nt eisde[m] plur[i]bus in solidu[m] ut[...] melius videbit, et placebit Dantes [...]

Præsentibus
J[udex] Fran[ces]co SPEZANO
R[everendus] D[onnus Jo[ann]es Batt[ist]a LAURO
Martius SMURRA
R[everendus] D[ominus] Joseph TOCCIUS
Cl[ericus] Lucas STAMATUS
Cl[ericus] Marcellus LOPES
Rinaldus SQUILLACIUS

}t[err]æ Acri
"
"
S[anc]ti Cosmi
S[anc]ti Dimitri
"
Cosæ [Cassano]

(Fonte: Sezione Archivio di Stato di Castrovillari, Fondo Notarile, Notaio Mario de Rago di Altomonte, cc. 285v - 287v). Per approfondire su questo tema, vedi anche l'eccellente articolo di Domenico Cassiano, "Note per una Storia delle Popolazioni Albanesi nel Feudo di S. Adriano" a p.71 della rivista Zeri i Arbëreshvet, n. 14.

Informazioni: Nel 1613 i capi del governo locale di San Demetrio Corone erano: Sindaco, Antonio LOPES di Basile; eletti, Nicola LOPES de Triano [Troiano?], Antonio BELLUCCI di Giovanni, e Martino BELLUCCI.
La trascrizione non è completamente raffinata, ma il senso è chiaro: L'Abate D. Indaco SISCAR aveva preso la copia degli antichi Capitoli tra il Monastero di Sant'Adriano e l'Università di San Demetrio Corone, Macchia e San Cosmo, appartenente ai cittadini, tramite un tale Nicola BELLUCCI DELLA CATTIVA, e poi no li voleva restituire al popolo di San Demetrio. Senza questo documento, i cittadini non avevano nessuna base legale per pagare le diverse tasse, e s'intuisce che probabilmente stavano pagando più di quel che veramente erano costretti in base al documento. Quindi, scelsero due uomini di fiducia per viaggiare a Roma e prendere una copia direttamente dal Vaticano. Tutti coloro che si reunirono furono in grado di contribuire per pagare tutte le spese necessarie per fare il viaggio, motivati dall'esasperazione di non poter avere risultati positivi a livello locale. L'elenco dei cittadini riuniti in questa occasione dovrebbe essere interessante sopratutto per i discendenti da queste persone. A.B.


El Vecindario: La Universidad (gobierno local) de San Demetrio Corone se prepara para enviar representantes para obtener copia de los antiguos Capítulos efectuados con la Abadía de Sant'Adriano


Información: En el año 1613 los líderes del gobierno local de San Demetrio Corone eran: Intendente, Antonio LOPES de Basile; consejeros, Nicola LOPES de Triano [Troiano?], Antonio BELLUCCI de Giovanni, y Martino BELLUCCI.
La transcripción no está completamente refinada, pero el contenido está claro: El Abad D. Indaco SISCAR se había hecho restituir la copia de los antiguos Capítulos entre el Monastero de Sant'Adriano y la Universidad de San Demetrio Corone, Macchia y San Cosmo, que pertenecían al pueblo, por medio de un tal Nicola BELLUCCI DELLA CATTIVA, y posteriormente no se los quería devolver a los ciudadanos de San Demetrio. Sin este documento, los ciudadanos no tenían ninguna base sólida o legal para pagar los diferentes impuestos, y se intuye que probablemente estaban pagando más de lo que verdaderamente debían en base al documento. De modo que eligieron dos hombres de confianza para viajar a Roma y traer una copia directamente del Vaticano. Todos los que se reunieron estaban dispuestos a pagar los gastos de viaje y de otras necesidades, debido al hastío de ser repudiados. La lista de los ciudadanos reunidos para apoyar al gobierno local debería ser de interes a los que son descendientes de estas personas. Para interiorizarse en este tema, véase también el interesante artículo de Domenico Cassiano, "Note per una Storia delle Popolazioni Albanesi nel Feudo di S. Adriano" en la p.71 de la revista Zeri i Arbëreshvet, n. 14. A.B.


The Neighborhood: The University (local government) of San Demetrio Corone gets ready to send representatives in order to get copies of the ancient Chapters made with the Abbey of S. Adriano


Information: in the year 1613 the local leaders of San Demetrio Corone were: Mayor: Antonio LOPES son of Basile; counselors, Nicola LOPES de Triano or son of Triano/Troiano, Antonio BELLUCCI son of Giovanni and Martino BELLUCCI.
The transcription of this document is not completely refined, but the content is clear: The Abbot of Sant'Adriano had taken the copy of the Chapters that belonged to the citizens with the help of a certain Nicola BELLUCCI DELLA CATTIVA, and he didn't want to return it to them. Without that document, the citizens had no solid or legal basis to pay their different taxes, and it can be inferred that they were probably paying more than what they really owed based on the documents. So, they chose two trustworthy men to travel to Rome and bring a copy directly from the Vatican. Everyone gathered was willing to help pay for travel and other necessary expenses, because they were tired of the runaround. The list of the citizens that were gathered to support their local government should be of interest to those who may be their descendants. To further study this topic, read the interesting article by Domenico Cassiano, "Notes for a History of the Albanian Populations in the Feud of S. Adriano" (in Italian) on p.71 of the magazine Zeri i Arbëreshvet, n. 14. A.B.

[Italo Albanian surnames]


1613

I dintorni: Nicola LOPES di San Demetrio Corone deve pagare a Francesco Antonio D'ORANGE di Aprigliano quattordici e mezzo tomoli di grano bianco: Snapshot del sistema legale calabrese dell'epoca

(p. 315 recto)
"Obligationis Pro Francesco Antonio D'ORANGE Casalis brigliani per Nicolaus LOPES DE TRIANO Sancti Dimitri"
Die 17 men[sis] Augusti ii Ind[itioni]s 1613. In Casali S[anc]ti Dimitri Const[itut]i In N[ost]ri p[ræ]sentia Fran[cis]co Ant[oni]o D'ORANGE Casalis Brigliani, ut d[ixi]t, et sic se nominari, et cognominari fecit age[n]te ad Infra[scri]tta o[mn]ia per se ex parte una, et Nicolao LOPES DE TRIANO, Casalis p[ræ]dicti Sancti Dimitri agente simil[ite]r ad infrascritta omnia per se ex parte altra; Dictus q[ui]dem Franciscus ant[edicto] spontè asseruit Cora[m] Nobis, ac dicto Nicolao Ibidem p[ræ]sente& vulgari sermone ad meliores Intellige[n]tia
, Come esso Fran[cis]co ant[edett]o essendosi Insolidu[m] obligato li anni passati con Ottavio DE FRANCO di detto Casale d'Abrigliano p[er] d[ucati] venti cinq[ue] a Gio[vanne] Sorio MONTE MURRO delli Cellara p[er]tine[n]tij di Cos[enz]a per pagarli alla fiera di Molirà l'anno 1608, quali d[ucati] 25 erano p[er] venditione d'uno Mulo depilatura nigra, et cudicurcio come costa per una Cop[i]a di cau[te]la stipulata app[re]sso gli atti della Corte del Reg[i]o Secreto d'Abrigliano p[er] m[an]o di Cola Maria CARBONE sotto ladata delli 29 di Maggio 1607. Inst[ant]e Nicola convalidata d[ett]a Cop[i]a sotto li 19 di sett[embre] 1612. p[er] m[an]o di N[otar] Gio[vanni] D[omeni]co VISCIGLIO, Indorso della quale Cop[i]a appare Indemnità fatta da d[ett]o Ottavio DI FRANCO in benef[ici]o d'esso Fran[ces]co Ant[oni]o p[er] detto debito sotto la d[ett]a giornata di 29 di Maggio Inst[ant]e Nicola, quale debito di d[uca]ti venti cinque have[n]dolo pagato esso

(p. 315 verso)
esso Fran[ces]co Ant[oni]o di detto Gio[vanni] Soro di p[ro]prij dinari d'esso Fran[ces]co Ant[oni]o p[er] quisto li fù fatta dadetto Gio[vanni] Soro (sic) cessione di detto debito a posserseli esso Fran[ces]co ant[edett]o exigere a suo modo da detto Ottavio, etaltro come appare per altra ca[ute/rtel]la stipulata app[re]sso detti atti del Reg[i]o Secreto sotto li 17 del mese di Sett[embre] 1612 nelli Cellara p[er] m[an]o di Not[a]r Ottavio DI SODA mastro d'atti, confede d'extratta scritta, et signata da d[ett]o N[ota]r Ott[avi]o, In vertù della q[ua]le cessione fur[o]no exp[edi]te l[ette]re exeq.li ad Inst[anti]a d'esso Fran[ces]co Ant[oni]o, come cessionario, ut supra q[ui] d[ett]o Octavio DE FRANCO, quale l[ette]re exeq.le appareno exp[edi]te sotto li 17 di detto mese di Sett[embre] 1612. con Il bracchio della Reg[i]a P[ro]vinciale Aud[ienti]a In dorso di detto sequitorio sotto la data delli 19 di detto mese di Sett[embre] 1612 in Cos[enz]a con firma dell'olim Aud[ito]r FORNIES, quale tutte mentionate scritture p[er] detto Franc[esc]o Ant[oni]o a noi exhibite, et da Noi stessi visti, et lette, et a lui med[esim]o restituiti, havendo p[er] questo retrovato Il d[ett]o Fran[ces]co Ant[oni]o in d[ett]o Casale di S[anc]to Dimitri al d[ett]o Cola debitore di detto Ottavio DIFRANCO Inquattordici tumola, et mezo di grano bianco, esso Colaqui med[esim]o p[re]se[n]te, et declarante spontaneam[en]te no[n] p[er] forza, sed o[mn]i m[elio]ri via& esso Cola si constituisce debitore esso Cola à detto Fran[ces]co Ant[oni]o dacqui, et [per] tutti li 25 dello p[re]se[n]te mese d'Agosto integram[en]te

(p. 316 recto)
Integram[en]te sodisfare, et consignare detti tumola quattordici, et mezo di grano bianco, in pace, et senza mancam[en]to alcuno no[n] ostante qualsiu[n]a exceptione, liq[ui]da pervenente, ex computo, o defalcazione et liquidis, et remotis, et In casu di retardata sodisfat[ion]e, et pagam[en]to, ut supra da farsi didetti tumola 14- 4- p[er] d[ett]o Cola ad esso Fran[ces]co Ant[oni]o nel d[ett]o di 25 del p[re]sente mese, vole esso Cola esse[re] tenuto à tutti danni, spese, et Inte[res]e, alli qualli s'habbia à star a credito d'esso Fran[ces]co Ant[oni]o&, et oltre cio vole, ch'Il p[re]sente Instro[mento] nel caso p[rede]tto si possa q[uest]a d'esso p[re]d[ett]o Fran[ces]co Ant[oni]o incursari, et liq[ui]dari In ogni Corte loco, foro, et Tribunale real[ite]r, et p.tr& secondo la for[m]a del rito della Gran Corte della Vic[ari]a, et à costume ancora, che l'exigono li pigioni delle Case della Città di Nap[oli], et l'obliganze liq[ui]de di d[ett]a gran Corte, al quale rito, et altri, qualsiv[oglio]no leggi, et ragg[io]ni, che p[er] caso dittassino In cont[ra]rio In qualsiv[ogli]a modo no[n] obstantino, alli quali exp[re]ssam[en]te il detto Cola Renu[n]z[i]a cu[m] Inst[rument]o, et anco p[er]mette non Impetrar absolut[ament]e di qualsivoglia giuram[en]to, et obtenuta n[on] servirsini & p[er]che così l'ha piaciuto, et piace; Et p[er] cont[ra]rio esso Fran[cis]co Ant[oni]o damò p[er]all'hora, et è q.tra fatta, che li sara detta sodisfat[ion]e di d[ett]i t[umola]ta 14- 4- di grano p[er] d[ett]o Cola, et all'Istesso Cola

(p. 316 verso)
et suoi her[edi], succ[essor]i, et beni esso Fran[ces]co Ant[oni]o libera, geta, et absolve fandogli, come fà final getat[ion]e et p[er]agliana stipulatione & quia sic&; Promicte[n]tes Una pars V[idelice]t: altri, et altra altri p[re]sentibus & p[re]sens Instrum[entus] semp[er] ha[ve]re & ratu[m], et q.tra no[n] facere & aliq[u]a rati[on]equia sic[ut]; Proquibus o[mn]ibus obser[van]dis ambæ partes Ipsæ, et quælibet Ipsar[um] ad essop.nt ad una[m] qua[m]q. Ipsar[um] Spectat atte[n]tis p[re]t[eri]tis & oblig[a]nt seipsas, et qua[m]libet Ipsarum ear[um]q[ue] & her[ede]s succ[essore]s, et bona ora & p[re]sentia, et futura & subpena unt[iarum] auri 25"...

Præsentibus
J[udex] Joanne MATTEOGRASSO
Don[no] Antonio SISCARA
J[udex] Francisco SPEZZANO
Sinofonte SISCARA
Jacobo VALENTI
Cl[ericus] Dimitri SALIMBENE

}bisignani
de Neap[olis]
t[er]ræ Acri"
t[er]ræ Acri
Castelliveterit
.

(Fonte: Sezione Archivio di Stato di Castrovillari, Fondo Notarile, Notaio Mario de Rago di Altomonte, cc. 315r - 316v).

Riassunto: Nel 1607, Francesc'Antonio D'ORANGE e Ottavio DE FRANCO, entrambi di Aprigliano, comprarono un mulo nero "cum cudicurcio" da Giovanni Sorio MONTEMURRO di Cellara, e promisero pagarglielo nella fiera di Molirà del 1608 (Fonte citata: Istrumento di Cola Maria CARBONE del Regio Secreto di Aprigliano, con data 29 maggio 1607).
Francesc'Antonio D'ORANGE pagò per se stesso, e anche per Ottavio, a Giovanni Sorio MONTEMURRO, e si stipolò che Francesc'Antonio farebbe il necessario per ottenere il denaro da Ottavio. Francesc'Antonio richiese un'istrumento a questo scopo nel 1612 (Il pagamento di Francesc'Antonio fu registrato per il Notaio Domenico VISCEGLIO; l'istrumento del 17 settembre 1612 nella Cellara, fu scritto per mano di Notar Ottavio DI SODA).
Nello stesso giorno, li 17 Settembre 1612, la Regia Provinciale Audienza spedì lettere esecutorie per obbligare Ottavio a pagare il suo debito, e si scoprì che Nicola LOPES DE TRIANO di San Demetrio, era debitore di Ottavio per tomolate 14 e mezzo di grano bianco (cioè, frumento di grano tenero) che non aveva pagato. Nel presente istrumento, il pagamento del debito si trasferì da Ottavio in favore di Francesco Antonio, e si stabilì la data di pagamento, li 27 agosto 1613. Nel caso di non pagare, Nicola avrebbe dovuto pagare una multa di 25 oncie d'oro. A.B.


Tejes y manejes para cobrar deudas: Una instantánea del sistema jurídico de Calabria en el siglo XVII

Resumen: En 1607, Francesc'Antonio D'ORANGE y Ottavio DE FRANCO, ambos de Aprigliano, compraron un mulo negro "cum cudicurcio" de Giovanni Sorio MONTEMURRO de Cellara, y le prometieron que se lo pagarían en la feria de Molirá en 1608 (Fuente citada: Documento escrito por Cola Maria CARBONE del Regio Secreto de Aprigliano, con fecha del 29 de mayo de 1607)
Francesc'Antonio D'ORANGE pagó por sí mismo y por Ottavio DE FRANCO, a Giovanni Sorio MONTEMURRO. También se estipuló que Ottavio le pagaría el dinero que le debía a Francesc'Antonio, y que este último se encargaría de hacer lo necesario para que Ottavio saldara la deuda. Es evidente que Ottavio no pagaba, de modo que Francesc'Antonio fue al notario para recurrir a la vía legal (El pago de Francesc'Antonio fue registrado por el Notario Domenico VISCEGLIO; el instrumento del 17 setiembre del 1612 en la Cellara, fue escrito por el Notario Ottavio DI SODA).
Ese mismo día de setiembre de 1612, Francesc'Antonio fue a la Audiencia Real Provincial, la cual expidió cartas ejecutorias para obligar a Ottavio a pagar su deuda. Durante este proceso se descubrió que Nicola LOPES DE TRIANO de San Demetrio le debía a Ottavio 14 1/2 túmulos de grano blanco (o sea trigo blando). La deuda de Nicola se transfirió de Ottavio a Francesc'Antonio, y se estableció la fecha de su pago, el 27 de agosto de 1613. En caso de no pagar, Ottavio se hubiera visto obligado a pagar una multa de 25 onzas de oro.


Legal resources available to get one's money: A snapshot of the Justice System in Calabria in the XVII Century

Summary: In 1607, Francesc'Antonio D'ORANGE and Ottavio DE FRANCO, both of Aprigliano, bought a black mule "cum cudicurcio" from Giovanni Sorio MONTEMURRO of Cellara, and they promised to pay him at the following year's fair of Molirà (Source cited: Document written by Cola Maria CARBONE of the Secret Regio of Aprigliano, dated May 29, 1607).
Francesc'Antonio D'ORANGE paid for himself and for Ottavio DE FRANCO, to Giovanni Sorio MONTEMURRO. The men agreed that Francesc'Antonio would get his money directly from Ottavio, by whatever means he desired. It is evident that Ottavio did not pay willingly, because Francesc'Antonio went to the notary to take Ottavio to court (Francesco's payment was registered by Notary Domenico VISCEGLIO; the instrument dated September 17, 1612 in la Cellara, which he took to court with him, was drawn by Notary Ottavio DE SODA).
Francesc'Antonio presented his document to the Royal Provincial Audience, which issued executory letters on the same day. In the process of investigating the matter, it was found that Nicola LOPES DE TRIANO of San Demetrio owed 14 1/2 tomola of white (soft) wheat to Ottavio DE FRANCO. It was decided that he would pay Francesc'Antonio instead of Ottavio. The payment date was set as August 27, 1813. If Nicola didn't pay his debt, he would be fined in the amount of 25 golden ounces.


1613

I dintorni: Stamata POD perdona Giovanni CADICOMU, Filippo MINISCI ed altri

(p. 311 verso)
"Exculp[atio]nis Pro Jo[ann]e CADICOMO & Ph[ilipp]o MINISCI, et alijsq[ue] a[b] Stamata[m] POD - Data Cop[i]a d.is Jo[ann]i et Philippo
Die 13 men[sis] Augusti ii Ind[itioni]s 1613. In Casali S[anc]ti Dimitri Constituta In N[ost]ri p[ræ]sentia Stamata POD di[cti] Casalis vidua relicta a q[uondam] Joan[n]e SERVISCI Jure romano vivens, ut d[ixi]t, sed ad ulteriorem cautelam q[uære]ns opus sit Intros[scri]ttas personas; vel omniu[m] alios quos vel cuius inde Int[er]est, et Int[er]esse poterit quomodolibet Infuturus agit ad Infra[scri]tta ora. & cu[m] exp[re]sso conse[n]su & Muricchi BILLUCCI Casalis p[ræ]dicti eius Procur[ato]ris Mu[n]dualdi p[er] ipsa[m] electi, et p[er] nos confirmati hic ibidem p[ræ]sentis, et dictu[m] Conse[n]su[m] & p[ræ]sta[n]tis sponte asseruit Cora[m] Nobis mensibus non longe decursis seipsam, una Insimul cu[m] d[ict]o q[uonda]m Joa[n]ne eius viro exposuisse querelam crim[ina]lis penes,

(p. 312 recto) acta crim[ina]lis Cur[iæ] dicti Casalis S[anc]ti Dimitri Macchiæ, et S[anc]ti Cosmi contra, et adversus Joan[n]em CADICOMU, et Philippu[m] MINISCI eiusde[m] Casalis S[anc]ti Dimitri et q.tra quoscu[m]q[ue] alios Int[er]ve[n]tos in Convicio vulgo dicto la Ciambellaria comisso, et facto In p[er]sonas cuiusda[m] filiæ p[re]fatta Stamatæ, et d[ict]i Joa[nn]is SERBISCI, Illamq[am] filiam offendendo multis, et diversis contro[?]losis verbis, quap[ro]pter p[ræ]dictam Curiam captam fuisse Informat[ion]em tam contra p[ræ]fatos Joan[n]em, et Ph[illip]um, q.i adversus quoscu[m]q[ue] alios Int[er]ve[n]tos In eode[m] convicio, et qui p[er] d[ict]a informatr[ic]em apparere posse[run]t Inq[u]isiti, et Culpabiles, et deijs fuisse citatos ad Informandu[m] ac p[ro]cessu[m] deinde ad alia acta, quibus relatio haberi potest; Noviter vero Ipsa Stamata volens X[rist]ianè vivere, et vestigia D[omi]ni N[ost]ri Jesu p[r&aelg;ce]pti ipsa Imitari a quo p[ro]p[e] ore p[re]latu[m] fuit, mihi vindittam, et ego retribua[m], ac dimictite, et dimictet[u]r nobis, deliberavit o[mn]em Iniuria[m] remictere ut Infra; quibus o[mn]ibus sic assertis & volens Indemnitati eosdem Joa[n]is, et Philippi, ac alios forte[m] in d[ict]a causa convicij, seu Cia[m]bellaria Inquisitors puidere ex certa eius s[enten]tia, ac mera, pura, libera, gratuita, et spontanea volu[n]tate, sponte p[re]t[eri]to die Cora[m] Nobis n[on] vi, dolo, et o[mn]i n[ostr]i Via[m] o[mn]e defectu[m] dolu[m], et culpa[m], ac Iniuria[m] forte facta, tractata, et com[m]issa, sive factas & p[er] dictos Jo[ann]em, et Ph[ilipu]m, et quascu[m]qu[as] alias

(p. 312 verso) p[re]nominatas p[er]sonas Int[er]ventas cu[m] eisdem In d[ict]o convicio In p[er]sona[m] p[re]t[eri]tæ Stamatæ, et d[ict]i q[uonda]m Joan[n]is SERBISCI filiæ, ut s[upr]a exculpavit, penituit, peperuit, Indulsit, remissit, et relassavit, p[er] ut exculpat[io]; p[er]mictens p[er] ca[usam] p[ræ]t[eri]ta, Ipsos, et Ipsori que[m]libet nominatos, et no[n] nominatos no[n] molestare, nec molestar facere in Jud[ici]o, nec e[?] cassa[n]s(?), tam dicta[m] querela[m] p[er] ipsam ex p[ræteri]ta[m] q.i. Infor[matio]nem p[ræteri]ta[m], ac o[mn]es actus Inde Sequtos, et factos, ac p[ro]cessis, viritis, et nullis haberi voluit, et vult ex nu[n]c semp[er] et i[n]futuro t[em]ore, voluitq[ue] d[ict]a Stamata, ab p[ræ]sens, Instrum[entum] possit exte[n]di in amplia for[m]a ad consiliu[m] Sap[ien]tis si opus fuerit p[er] ma[....] p[ræ]t[eri]tæ [o preturæ?] Joan[n]is, et Philippi, ac omniu[s] alios quoscu[m]qu[e] fortè in d[ict]a causa Inq[ui]situræ. Ca[ute]la, ac p.nt, et voluit [??]lli stip[olationem] eisdem Joan[n]i, et Ph[ilipp]o; ac o[mn]ibus p[ræ]t[eri]tis Inq[ui]sitis abse[n]tibus, et mihi p[ræ]sentibus o[mn]ia P[ræ]t[eri]ta semp[er] ha[ve]re rata&, et q[..] no[n] facere aliq[u]a ra[...] q[u]a sic voluit, et omnino disposuit, Proq[ui]bus vi[ri]bus observa[n]dis & d[ict]a Stamata cu[m] consensu[m] q[...] spontè oblig[avi]t se& bona sua o[mn]ia & p[re]sentia, et futura& eisdem Joan[n]i CADICOMO, et Ph[ilipp]o MINISCI, vi[ri]busq[ue] alijs, quibus Int[...] est ut s[upr]a absentibus, et mihi p[re]senti[bus], sub pena unti[as] auri V[idelicet] m/s?[..] pote. Cap.di Constr. p[re]carij&, et vent/rent. au.p. vell:

(p. 312 verso) vell: Senatus Consulti, privileg.o dotis o[mn]ibus alijs Juribus exceptionibus, et beneficijs In Favorem Muliers. Introductis, et dictatibus, quomodolibet n[on] obsta[n]tibus & et Inv[e]nit Unde&

Præsentibus
J[udex] Fran[ces]co SPEZANO
D[ominus] Joseph TOCCIUS
Cl[ericus] Luca STAMATO
Jacobo VALENTI
Cl[ericus] Marcello LOPES

}t[err]æ Acri
S[anc]ti Dimitri
"
Castelliveteri et
S[anc]ti Dimitri

(Fonte: Sezione Archivio di Stato di Castrovillari, Fondo Notarile, Notaio Mario de Rago di Altomonte, cc. 311v - 313r).

Riassunto: Nel 13 agosto 1613, Stamata Pod del Casale di San Demetrio, vedova di Giovanni SERVISCI, con il permesso del suo "Mundualdo" Muricchio BELLUCCI, perdona a Giovanni CADICAMO e Filippo MINISCI. Questi soggetti avevano proferito parole ingiuriose contro la figlia di Stamata, quando si trovavano sul posto chiamato La Ciambelleria. Quest'ultima ed il marito avevano fatto causa contro i due, e adesso, per eseguire "l'esempio del Nostro Signor Gesù Cristo," li perdona. A.B.


El Vecindario: Stamata POD de San Demetrio, viuda, perdona la injuria hecha a su hija


Información: En el 13 de agosto de 1613 una mujer de San Demetrio, Stamata POD, viuda del difunto Giovanni SERVISCI, con el permiso y el pleno consenso de Muricchio BELLUCCI, su "Mundualdo" o representante legal por derecho de familia, perdona a dos sujetos llamados Giovanni CADICAMO y Filippo MINISCI, los cuales tiempo atrás habían insultado a su hija en el lugar llamado La Ciambellaria (ciambella=pan, posiblemente donde se hacía el pan). Stamata lo hace para seguir el "ejemplo de Nuestro Señor Jesucristo". Giovanni y Stamata les habían hecho causa a los dos hombres previamente.
. A.B.


The Neighborhood: Stamata POD of San Demetrio, widow of Giuseppe SERVISCI, forgives the offense committed against her daughter


Information:: On August 13, 1613 a woman of San Demetrio, Stamata POD, with the permission and full support of his "Mundualdo" or legal representative by right of kinship, goes before the notary. She states that she forgives Giovanni CADICAMO and Filippo MINISCI for the insulting words they told her daughter. The unpleasant event transpired at a place called La Cambellaria (possibly a place where ciambelle or ring shaped bread was made, very likely near a public oven). At this time, she wants to follow "the example of Our Lord Jesus Christ", and forgives the two subjects. Stamata and her husband had taken matters to court previously. This seems to indicate that her husband had been deceased not too long before this time. A.B.

[Italo Albanian surnames CADICAMO, MINISCI, Slavic? POD, Turkish? SERVISCI]


1614

I dintorni: Morano Calabro / The neighborhood: Morano Calabro
I moranesi di San Pietro celebrano i funerali a modo loro
Spanish English

"D. Petrus Dublon de Figueroa VID Vic[arius] g[enera]lis Cass[anensis]
Vedimo, ch'in q[est]a T[er]ra di Morano quando more alcuna persona in scambio di preghar Dio per quelli anima lo piangono con stridi, urli, stracciandosi li capilli, e sgraffengiandosi la faccia si dogliono di Dio, e perciò volendo rimidiar a quest' inconvenienti, etale abuso, havemo fatt'il p[resen]te con il quale ordinamo espressam[ente] e comandamo, che nessuna persona da qui innanzi ardisca andare appresso morti, quando vanno à sepelirli facendo cose simili, che perciò comandiamo alli R[eve]R[endi] preti, che non lo pigliano, o pigliato lascino il corpo, non ripigliandolo, se dalle donne prima non si disisterà sotto peni di libre cento di cera, e di susp[ensio]ni ipsofacto.
Volendo asciò, che le campane, non li sonino più di un'hora, quando more alcuna persona sotto pena ut supra, e' Il R[everendo] Curato publichi il p[rese]nte tra le solenità delle messe e poi s'affighi copia dentro la sacrestia, e nella porta maggiore della chiesa, et il p[rese]nte con la debita relata lo rimandi a Noi. In Morano li 2 di Agosto 1614
P. Figueroa VGCass."
(Fonte: Archivio Parrocchiale di San Pietro, Morano Calabro, foglio s.n. / Morano Calabro, Parish of San Pietro, loose document)



Los feligreses de San Pietro en Morano le dan un sabor local a sus funerales

El contenido de este comunicado demuestra que las autoridades eclesiásticas del Rito Latino tuvieron que confrontar sus propios problemas de comportamiento por parte de sus propios feligreses, es decir que cada grupo, albanés o no, hacía de las suyas. Quizás pensaron que sería más fácil erradicar las irregularidades del grupo menos numeroso. A.B.

"Don Pedro Dublon de Figueroa Vicario General de Cassano
Hemos visto que en esta Tierra de Morano cuando se muere alguien, en vez de orar a Dios por el alma [del difunto] lo lloran con estridencias y gritos, tirándose el pelo, y rasguñándose la cara se quejan de Dios, y por lo tanto, deseando remediar estos inconvenientes, y tal abuso, hemos hecho el presente con el cual ordenamos expresamente y comandamos, que ninguna persona de aquí en adelante se apresure a ir con los muertos, cuando van a sepelirlos haciendo cosas similares, que por lo tanto comandamos a los reverendos curas, que no lo recojan [al muerto], o si lo han recogido que lo dejen, sin volverlo a recoger, si las mujeres primero no desisten, bajo pena de cien libras de cera, y de suspensión inmediata.
Deseando a propósito, que no suenen las campanas más de una hora, cuando muere alguien, bajo la misma penalidad, y que el Reverendo cura publique la presente orden en las solemnidades de las misas y después que se fije copia dentro de la sacristía, y en la puerta principal de la iglesia, y que al presente con la debida relación nos lo mande a nosotros. En Morano el 2 de agosto de 1614
P. Figueroa Vicario General de Cassano"

Al original



The people of San Pietro in Morano give their funerals a local flavor

The content of this communication demonstrates that the ecclesiastical authorities of the Latin Rite had to face the behavior problems of their own parishioners. In the end, everyone, Arbëresh or not, took matters into their own hands regarding their way of worship. Perhaps the authorities thought that it would be easier to squash the irregularities of the less numerous group. A.B.

"Don Pedro Dublon de Figueroa General Vicar of [the diocese] of Cassano
We have seen that in this Land of Morano when someone dies, instead of praying to God for the soul [of the deceased], they cry for him with shrieks and shouts, pulling their hair, and scratching their faces they complain about God, and therefore, wishing to put an end to these inconveniences, and to such abuse, we have written the present order, with which we expressly order and command, that no one from this time onward hurry to go with the dead, when they are taken to be buried, doing similar things, and therefore we command the reverend priests that if they persist, not to pick up the deceased, and if they have picked him up, to leave him without going back, if the women first don't stop, under penalty of one hundred pounds of wax, and of immediate suspension.
We wish in this regard, that the bells not toll for more than one hour, when someone dies, under the same penalty, and that the Reverend curate publish the present order during the solemnity of the mass and then affix a copy in the sacristy and on the main door of the church, and that he sent us presently a reply with the appropriate explanation. In Morano August 2, 1614
P. Figueroa General Vicar of [the diocese of] Cassano"

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1645

Inizia il primo libro di battesimi della Cattedrale di San Nicola di Mira in Lungro
Beginning of the first book of baptisms of the Cathedral of San Nicola di Mira in Lungro

(folio primo) "Baptisterio... Arcipretato di D[onno] Scipione Damis di Lungro
come per Bolla spedita sotto li 5 d'Aprile 1647 Pontificatus S[antissi]mi D. N. D. Inocentij Divina Providentia Papa Decima Anno primo feliciter Amen Presulatus vero Ill[ustrissi]mi
R[everendissi]mi D[omi]ni D. Pauli Palumbi Ep[iscop]i anno vigessimo ottavo
D[ominus] Scipione Damis Archipr[esbiter] manu p[ro]p[ria]
"
(Segue l'indice)

..........
(folio 1)
Il primo battesimo registrato risulta essere un figlio dell'arciprete Damis, il quale era un prete sposato:
"Jesus Maria Jose - á di 16 di Nov[e]m[br]e 1638 - Angelo Damisi figlio di D. Scipio Damisi, ed
And[rea]na Belluscia battezzato p[er] D. Jacovo Vacc[aro] comp[are] fù Marco Caldarella della Saracena, et p[er] non esser baptisterio in quello tempo Io p[re]t[eri]to D. Scipio Damisi Al
p[rese]nte Arcip[re]te l'ho registrato in q[ue]sto libro di battezzati che si fà da me
p[re]t[eri]to
"
Segue un atto di battesimo con data del 13 Marzo 1645.

(Fonte: Primo libro di battesimi della Cattedrale di San Nicola di Mira, Lungro)

Baptistry... Tenure of D. Scipione Damis of Lungro
as per a Bull prepared on April 5, 1647, under the Pontificate of Pope Innocentius... [Under the] bishopric of D. Paolo Palumbo, on his 28th year, I, Donno Scipione Damis, head priest, [wrote it] with my own hand."
(Next is the index of baptisms)

..........
(page 1)
The first baptism entry lists a son of the head priest Damis, who was married. After the information about his son's birth and baptism, he states, "and because there was no baptismal font at that time [1638, in the church of San Nicola di Mira in Lungro], I the aforesaid D. Scipio Damisi, at present the arciprete, have registered him in this baptism book, on which I am writing."
It follows, then, that previous to that time the baptisms were performed elsewhere, and no record of them was kept in Lungro.


1648

Ordinazione del Chierico di Rito Greco Francesco Frascino

16 dicembre 1648
(35567) Pro Francisco Frascino, clerico graeci ritus, de casalis S. Petri83, Cassanen. dioc., praesente in Curia, licentia recipiendi ordines in Alma Urbe, a quocumque maluerit catholico Antistite graeci ritus, a Vicario Urbis approbato. "Dat. Rome, apud S. Mariam Maiorem, sub annulo Pisc., die 15 Decembris 1648, an. 5o".
"Vite ac morum honestas".
Secr. Brev. 1042, f. 235. Al f. n.n., la supplica.
83 Casal San Pietro, allora in territorio di Castrovillari, ora si chiama Frascineto. Essendo abitato da italo-albanesi, fa parte dell'Eparchia di Lungro.

(Fonte: Russo, Francesco. Regesto Vaticano per la Calabria, Vol. 7, p. 192 - Innocenzo X (1644 - 1655))


1652

Ordinazione del Chierico Albanese Francesco Pace

13 aprile 1652
(36740) Pro Francisco (de) Pace, clerico Albanensi, terrae de Porcile, Cassanem. dioc., in 30o aetatis anno constituto, licentia recipiendi ordines extra tempora*, ad titulum patrimonii seu beneficii, ab Ordinario. "Dat. Rome, apud S. Mariam Maiorem, sub annulo Pisc., die 13 Aprilis 1652, an. 8o".
"Vite ac morum honestas".
Secr. Brev. 1083, f. 434. Al f. 470, la supplica.

(Fonte: Russo, Francesco. Regesto Vaticano per la Calabria, Vol. 7, p. 285 - Innocenzo X (1644-1655))

* S'intende per extra tempora un periodo dell'anno diverso da quello delle "Quattro Tempora" canonicamente riservato alle ordinazioni. Riguardo l'età del aspirante, una disposizione del Concilio di Trento aveva fissato in ventisei anni il limite massimo per essere ordinato sacerdote. Per coloro che erano maggiori di quell'età, spesso occorreva una dispensa papale dagli "interstizi" (cioé dall'intervallo di almeno un anno tra i vari gradi degli Ordini sacri). A.B.
Extra tempora es un período del año fuera de los "cuatro tiempos" regulares para llevar a cabo las ordenaciones. Con respecto a la edad del aspirante, una disposición del Concilio de Trento fijó la edad de ordenaciones sacerdotales a veintiséis años. Los que eran mayores de esa edad, a menudo necesitaban una dispensa del Papa para sobrepasar los intervalos de al menos un año para avanzar a los varios grados de la ordenación sacerdotal.
Extra tempora is a time of year out of the "four times" established to proceed to priest ordinations. Regarding the required age, the Council of Trent established that the maximum age for a priest to be ordained was twenty six years, after which a papal dispensation was required to skip the yearly intervals required to progress in the ordination process.

A favor del Clérigo Albanese Francesco di Pace, de la tierra de Porcile, en la diócesis de Cassano, establecido a la edad de 30 años, permiso para recibir las órdenes sacerdotales extra tempora, a título de patrimonios o sea beneficios, como de costumbre.

In favor of the Albanian Cleric Francesco di Pace, of the land of Porcile, in the diocese of Cassano, established at the age of 30 years, permission to receive his ordination extra tempora, as patrimonies or benefits, as usual.


1658

Ordinazione del Chierico Albanese Francesco Frascino

27 agosto 1658
(38497) Francisco Frascino, de casali Frascineti, clerico graeci ritus Cassanen. dioc., qui minores ordines recepit ab archiepiscopo Paranoscun., graeco-catholico, qui in Regno Neapolis morabatur, licentia recipiendi ordines maiores ab aliquo antistite Catholico graeci ritus in collegio graeco Urbis consistente, ad titulum patrimonii seu beneficii, cum dimissorialibus sui Ordinarii. "Dat. Romae, apud S. Mariam Maiorem, sub annulo Pisc., die 27 Augusti 1658, an. 4o".
"Vite ac morum honestas".
Secr. Brev. 1188, f. 540v. Al f. 601, la supplica.

(Fonte: Russo, Francesco. Regesto Vaticano per la Calabria, Vol. 7, p. 442 - Alessandro VII (1655-1667))


1661

Matrimoni della Parrocchia di Santa Maria del Colle di Mormanno

Giuseppe ALFANO di Morano, et Isabella MIRA[N]DOLA di Morma[n]no habita[n]ti in Frascineto } [Pubblicazioni] Set[temb]re 25, 29, 8bre 2 1661
Nota: Questo matrimonio probabilmente si celebrò in Frascineto. / This marriage was probably celebrated in Frascineto. / Este matrimonio probablemente se celebró en Frascineto.

(Fonte: Parrocchia S. Maria del Colle di Mormanno, "Libro Antico dei Matrimoni")


1661

Assoluzione e benedizione del Vescovo di Cassano agli uomini di Castrovillari, San Pietro [Frascineto] e Porcile

17 ottobre 1661
(39369) Episcopo Cassanen. sive eius Vicario generali.
Pro Universitate et Hominibus civ. Castrovillari, et eius casalis S. Petri et Porcile, Cassanen. dioc., absolutio a censuris et benedictio, in forma. "Dat. in Arce Gandulphi, Albanen. dioc., sub annulo Pisc., die 17 Octobris 1661, an. 7o".
"Exponi nobis".
Secr. Brev. 1241, f. 688v. Al f. 697, la supplica.

(Fonte: Russo, Francesco. Regesto Vaticano per la Calabria, Vol. 8, p. 35 - Alessandro VII (1655-1667))


1677

Sacerdote Greco della Diocesi di Cassano / A Greek Rite Priest from the Diocese of Cassano

17 settembre 1677
(43907) Pro Costantino Belluscio, clerigo graeci ritus, Cassanen. dioc., in collegio S. Athanasii de Urbe studente, dispensatio super defectu aetatis - 13 m. - ad presbyteratus ordinem, ad effectum in ecclesia dicti collegii ministrandi. "Dat. Romae, apud S. Mariam Maiorem, sub annulo Pisc., die 17 Septembris 1677, an. p.o".
"Vitae ac morum honestas".
Secr. Brev. 1613, f. 215v. Al f. 261, la supplica.

(Fonte: Russo, Francesco. Regesto Vaticano per la Calabria, Vol. 8, p. 443, 444 - Innocenzo XI (1676-1689))


1723

I dintorni: S. Cosmo Albanese / The neighborhood: S. Cosmo Albanese

Il sindaco di S. Cosmo, diocesi di Rossano, afferma che al suo paese, di sole 500 anime, succedono litigi familiari continui perché il marito segue il rito greco, mentre moglie e figli il latino: a tavola, chi mangia la carne e chi no; in chiesa vi sono due Messe diverse e due pissidi sullo stesso altare; vi sono doppie feste, gli uni lavorano e gli altri no, sicché nasce "confusione estrema e illaqueamento delle coscienze". L'Arcivescovo è intervenuto peggiorando la situazione: prima si peccava "per mera ignoranza", ora invece "per malizia" e quindi "con l'aggravio delle censure".

(Acta vol. 93 [1723] f. 353v - 356r. Per "rimediare ad uno sconcerto così pernicioso" ci vuole un Vescovo di rito greco. Il Vicerè di Napoli ha trasmesso l'affare alla corte di Vienna, tramite il Nunzio, e attende una risposta. Si provvede nel frattempo a mandare all'Arcivescovo di Rossano copia dell'Istruzione di Clemente VIII "super ritibus Graecorum": servirà ai Vescovi latini che hanno dei greci nelle loro diocesi. In Sacrae Congregationis de Propaganda Fide Memoria Rerum, Vol. II, 1700-1815, p. 559 edita a cura e per studio di J. Metzler [già prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano nei passati anni 90]. Herder: Rom.Freiburg.Wien)

The mayor of San Cosmo Albanese, diocese of Rossano, affirms that in his village, of only 500 souls, occur continual family disputes because the husband follows the Greek rite, while wife and children follow the Latin rite: at the table, some eat meat, others don't; in church there are two different Masses and two ciboria on the same altar; there are double feasts, some work, some don't, so that there is "extreme confusion and watering down of the consciences". The Archbishop intervened, worsening the situation: First, sinning was due to "simple ignorance", now instead "due to malice" and therefore "with worsening of the penalties". In order "to resolve such a pernicious dilemma" a Greek rite Bishop is necessary. The Viceroy of Naples has communicated the situation to the court in Vienna, through the Nuncio, and is waiting for an answer. In the meantime, measures are taken to sent to the Archbishop of Rossano a copy of the Instruction of Clement VIII "about the rites of the Greeks": It will help the Latin Bishops who have Greeks in their dioceses.


1732

Propaganda Fide: Costituzione sui Riti Greci
Propaganda Fide: Constitution on The Greek Rite

La Costituzione concede agli italo-greci "ut praeter Dominicas et sabatha, in reliquis feriis Quadragesimae, excepto ultimo Triduo ante Pascha, possint Missas celebrare".

(Propaganda Fide, Acta vol. 133 [1732] f. 162v - 164v. Nella protesta del basiliano P. Cristoforo Cuccia di Mezzojuso (Palermo), in cui afferma che l'Arciprete Nicolò Figlia fa "celebrare la Messa ai Preti Albanesi nella Quaresima" e contro la tradizione di ben 284 anni. In Sacrae Congregationis de Propaganda Fide Memoria Rerum, Vol. II, 1700-1815, p. 559 edita a cura e per studio di J. Metzler. Herder: Rom.Freiburg.Wien)

The Constitution grants the Italo-Greeks "that on Sundays and on the Sabbaths, in the rest of the feasts of Lent, except the last three days before Easter, they can celebrate Mass".


1737

Sacerdote probabilmente di Ejanina-Frascineto / A priest probably from Ejanina-Frascineto

Teodoro La Leynna, della diocesi di Cassano, non vuole andare fino in Calabria a farsi ordinare, ma desidera essere ordinato a Napoli "per non interrompere il corso dello studio, come per evitare l'incommodo e il dispendio del viaggio".

(Acta vol. 107 [1737] f. 456r - 457v. In Sacrae Congregationis de Propaganda Fide Memoria Rerum, Vol. II, 1700-1815, p. 562 edita a cura e per studio di J. Metzler. Herder: Rom.Freiburg.Wien)

Teodoro La Leynna, of the diocese of Cassano, does not want to go all the way to Calabria to be ordained, but desires to be ordained in Naples "so as to not interrupt his course of study, and to avoid the inconvenience and the expense of the trip."


1738

Primo parroco eletto dal popolo di Frascineto / First Parish Priest Elected by the People of Frascineto

Anno presente - Die vero decima mensis Juli 1738 - Castrovillarum - Regnante in nobis Serenissimo et Cattolico Domino nostro Carolo Borboni etc. Costituti in presenza nostra il Magnifico Sindaco di Frascineto Giov. Antonio Ferrari di Domenico ex una parte, et Antonio Frascino di Martino, agente parimente et intervenente ad omnia infrascripta per se tantum, et ex altera parte, come nel mese di Maggio prossimo caduto il Magnifico Sindaco Ferraro fe buttare banno nelli luoghi soliti, che dovea farsi parlamento in pubblico, per crearsi il nuovo Procuratore, seu Curatore della Parrocchial Chiesa di detto Casale, ed essendosi fatto parlamento all'in pubblico, riuscì e si conchiuse fare Procuratore Antonio Frascino, stante nel medesimo si ritrovarono tutte le buone qualità, costumi e fama, e come persona capace a tal ministero, e divoto della sua Parrocchial Chiesa, senza che vi fosse stato disaccordo alcuno: E perchè detto Antonio non puol assistere a detta Procura, pe essere ancora figliuolo, sebbene è però sui juris, se ne è fatta la presente fede, acciò fosse stato astretto fare della procura da tutto il pubblico, come appare dal pubblico parlamento fatto e scritto di mia propria mano e voglia ed abbia forza la presente dovunque spetterà essere presentata etc. e corroborata dalli sottoscritti testimoni e siggillata col mio proprio siggillo etc - Unde in fidem et solum semper non obstante quacunque exceptione etc- Testes Michaelangelus Frascino, et Joannes Baptista Frascino et aliis in numero opportuno etc- ____ Castrovillarum a Die 14 Mensis Juli 1738-
Ego Antonius Notarius Corbelli Civitatis Castrovillarum Regius subscripsi et signavi proprio sigillo manu mea etc

(Frascineto, Parrocchia di S. Maria Assunta, Libro dei Matrimoni, Atto notarile (copia), ff. 61-62, intorno al 1900; lo stesso documento, con poche varianti insignificanti, si trova anche a folio 131 dello stesso volume. In questa seconda copia il notaio risulta Stanislao Corbelli. S'ignora il luogo dove si trova l'originale. Questo notaio non si trova nell'elenco dei notai dell'Archivio di Stato di Castrovillari.)

Current year - On the 10th of July 1738 in Castrovillari - Reigning in our midst the most Serene and Catholic our Lord Carlo di Borbone. Appeared before us the Magnificent Mayor of Frascineto Giovanni Antonio Ferrari son of Domenico of the first part, and Antonio Frascino son of Martino, likewise representing and intervening in all things written below for himself as well, and of the second part, because in the last occurring month of May the Magnificent Mayor Ferraro ordered banns to be published in the usual places, [stating] that there should be a public assembly, in order to create [elect] the new Procurator, or Curator of the Parish Church of the said Hamlet, and the assembly having been held publicly, the outcome was satisfactory and it was determined that the Curate would be Antonio Frascino, because in him were found all the good qualities, customs and reputation, as a person qualified for such ministry and devoted to his Parish Church, without any dissention whatsoever: And because the said Antonio cannot attend to the said Office, because he is still a minor [lit. son], although he is free to act for himself, the present proof has been written, because it was required to have the consent from all assembled, as is evident from the public assembly, and it is written by my own hand, so that this document has legal force wherever it is exhibited, etc., and corroborated by the undersigned witnesses and sealed with my own seal etc- From where it is proof and in spite of any exception, etc.- Witnesses Michelangelo Frascino, and Giovanni Battista Frascino and others as necessary, etc. - ___ Castrovillari, July 14, 1738-
I, Royal Notary Antonio Corbelli of the City of Castrovillari wrote and signed with my own seal by my hand etc.


1752

Il dì 12 novembre 1752, l'Università di Porcile dichiara che non ha introito di nessuna specie, ma parecchie spese, fra cui si trovano "l'accomodo di strade e fontane" e lo stipendio necessario per il mantenimento della chiesa, le feste patronali, un predicatore per la Pasqua, e un prete per celebrare la messa le domeniche (nonostante la presenza nel paese dell'Economo Curato di Rito Greco D. Giosafat Pace).
(Vedi documento integro sotto la lettera "U")

On November 12, 1752, the local governing body of Porcile declares that it has no income of any kind, but several expenses, among which are "the repair of streets and fountains" and the necessary funds for the maintenance of the church, the patron feasts, a preacher for Easter, and a priest to celebrate mass on Sundays (in spite of the presence in the village of the Curate of the Greek Rite D. Giosafat Pace).



1752

Vedi il Catasto Onciario di Porcile (Ejanina/Eianina), completo


1752

Contrade di Frascineto / Zonas de Frascineto / Areas of Frascineto

Nel 1752, Frascineto aveva le seguenti contrade: Grotte dell'acqua, Campomale (A occidente di Frascineto, vicino al cimitero, dove ci sono delle cave di sabbia), Puzzo [Pozzo] di Gregorio, Galuccio, Lupinaro, il Feudo di Porcile, Santa Lucia, il Feudo di Calà, li Paratizze / Peritizze di Santo Benedetto, le Peritizze di Santo Giuliano, il Prato, la Tripanata, Musurito, Carpanzacchio, la Pischiera, le Vene, Canische e Sant'Elia, Ferracinto, la Petrosa, Celsi dentro il Casale, Macellino, la Chiesa, il Monte di Castrovillari.
(Archivio di Stato di Napoli, Catasto Onciario di Frascineto, Apprezzi, dicembre 1752, p. 1-24)



1752

Vedi il Catasto Onciario di Frascineto (Frasnitë/Frasnita), completo



1753

Catasto Onciario di San Demetrio Corone (Pagina dell'Università della Calabria)


1756

Papa Benedetto XIV: Ex quo primum, dato a Roma, presso S. Maria Maggiore, il 1o marzo 1756, in occasione della stampa di un nuovo Eucologio Greco. Esposizione su alcune differenze tra il Rito Cattolico ed il Rito Greco dell'epoca.

Benedetto XIV: Treatise on differences between the Roman Catholic and Greek Rites at that time, given on occasion of the publication of a new, revised Greek Eucologio to teach and celebrate the Liturgy.


1764

Le orribili conseguenze della carestia del 1764: L'esempio del povero Domenico BUONO di Lungro
Las horribles consecuencias de la carestía de 1764: Triste ejemplo de Domenico BUONO de Lungro
The dreadful consequences of the famine of 1764: The sad example of Domenico BUONO
Resumen en español English summary

Gennaro Lo Prejte di Lungro Atto Publico


(cc. 4v - 5v)
In Dei nomine amen Regnante & die vero sexta Mensis Julij anno millessimo septingentessimo sexagessimo quinto decima tertia Inditione in Terra Lungro nos & = In Publico testimonio veritatis personalmente costituito Gennaro LO PREITE d'etta sua d'anni 60 in circa ut dixit testimonio degno di fede il quale con giuramento factis scripturis, ha deposto, ed attesta cu[m] veritas cum tempore de pordatur come nel prossimo passato anno 1764 nel mese d'Aprile ave inteso, che sera ritirato in sua casa Domenico BUONO Pascivaglio suo parente e paesano amalato, che sin da molti mesi più prima era partito da d[ett]a Terra ed essendo andato á ritrovarla l'ave adomandato che cosa e dove aveva andato da tanto tempo, ed esso li rispose, che p[er] l'annata penuriosa che correa era stato nel Territorio di Frascineto, ed era andato mandra [mandria] p[er] mandra facendo barbe á peccorari p[er] darli qualche poco di latticinio p[er] mandenerse, qual latticinio p[er] essere tuma*, e lerbe in quandita che aveva mangiato lavevano indurito in tal maniera lo vendre che no[n] poteva digerire e laveva cagionato una fiera doptia di vendre, che la conduceva á morte[.] Maggiormente, che selera gonfiato et indorito il vendre co[n] qual dolore sene mori senza aver avuto altra causa ò motivo, e avendolo domandato sera stato abastonato o daltra maniera maltrattato, li disse che non era stato bastonato ne maltrattato ma tal dolore l'era derivato, e caggionato delli sud[dett]i cibi per averli mangiato senza pene e cosi ave d'essere la verita di causa scientia= ...
Presentibus pro testibus =
Il Mag[nifi]co Costantino BLUMETTO di Lungro Reggio Giudice á contratto
Serafino FERRARO, Dom[enic]o CORTESE, Notiato DI TODARO, Antonio DI TODARO, e Dom[enic]o LAORITO, e Carlo CUCCIO
(Archivio di Stato di Castrovillari; Notaio Giacomo SEVERINO di Firmo, anno 1765, cc 4v - 5v, 6 luglio 1765)

* Tuma = tumbë/a in arbëresh. A Frascineto c'è il proverbio "tumba të grisën", il caccio fresco ti consuma, perchè in effetto è abbastanza indigestibile. Il poco che resta nel liquido della caldaia e si toglie con le mani si chiama "pagliaccio" (Papas Emanuele Giordano, communicazione personale, e "Fjalor", Edizione 2000, Ed. Il Coscile, p. 507)


Nicola Maria Vaccaro di Lungro Atto Publico


(cc. 5v - 5v)
In Dei nomine amen Regnante & die vero sexta Mensis Julij anno millessimo septingentessimo sexagessimo quinto decima tertia Inditione in Terra Lungro nos & = In Publico testimonio personalmente costituito il Mag[nific]o Nicola Maria VACCARO di d[ett]a Terra di Lungro d'etta sua d'anni trenta cinque [35] in circa ut dixit parente del fú Dom[eni]co BUONO Pascivaglio testimonio degno di fede il quale co[n] giuramento factis scripturis, á deposto, ed attestato ne a veritas cu[m] tempore de pordatur come avendo prejnteso che taluni malevoli del sud[dett]o fú Dom[enic]o BUONO Pascivaglio di lui Parente p[er] infamare d[ett]o morto Dom[eni]co anno p[er] questa Patria semindato parole, che il Sud[dett]o DI BUONO era morto p[er] essere stato bastonato, q[uan]to che esso mori nell'anno scorso prossimo passato 1764 nel mese d'Aprile nel tempo della penuria co[n] doglia di ventre caggionata dall latticino fresco seu tuma che si aveva mangiato p[er]che non poteva ligerire p[er] qual motivo dalla di lui consorte Ursula VACCARO la Testante li fu cercato un poco di zuccaro p[er] fare uno medicamento al cenato fu suo marito e no[n] l'ave dato p[er] no[n] ritrovarsi allora zuccaro, e poco dopo intese, che co[n] d[ett]o dolore di ventre era Morto e no[n] p[er] essere stato bastonato ne maltrattato da nessuno né p[er] altra causa = e cosi ave detto essere la verita di causa scientia = ...
Presentibus pro testibus =
Il Mag[nifi]co Costantino BLUMETTI di Lungro Reggio Giudice á contratti = Testimonio Marco MANCINO, Dom[enic]o L'AURITO, Ant[oni]o MATRANGOLO, Dom[enic]o MATRANGOLO, Fran[ces]co GIRIAN[N]I, Vincenzo BELLUSCIO, e Andrea GRAMISCI
(Archivio di Stato di Castrovillari; Notaio Giacomo SEVERINO di Firmo, anno 1765, cc 5v - 6r, 6 luglio 1765)


Ursula Vaccaro, e Teresa Vaccaro di Lungro Atto Publico


(cc. 6r - 5v)
In Dei nomine amen Regnante & die sexta Mensis Julij anno millessimo septingentessimo sexagessimo quinto decima tertia Inditione in Terra Lungro & nos & = In Publico testimonio personalmente costituiti Ursula VACCARO vedova del quonda[m] Dom[eni]co BUONO alias Pascivaglio d'etta sua d'anni quaranta [40] in circa ut dixit et Tresa VACCARA Cicero Zia di d[ett]o Domenico BUONO Pascivaglio d'anni 50 in circa testimoni degni di fede li quali co[n] giuramento factis scripturis, han deposto, ed attestano ne veritas cu[m] tempore depordatur come avendo prejnteso, che taluni loro malevoli p[er] infamare il d[dett]o fú Dom[enic]o BUONO anno p[er] questa Patria propalato che il Sud[dett]o fú Dom[eni]co BUONO era morto p[er] il motivo, che era stato bastonato, quanto che esso mori nell'anno scorso prossimo 1764 nel mese d'Aprile nel tempo della Caristia p[er] il motivo daver ma[n]giato quantita di tuma, ed erbe crude, che lindurirono lu vendre, e li venne una doglia che lo fece morire maggiormente che si ritrovava fiacco di complisione p[er] causa della pessima annata senza essere stato maltrattato, ne bastonato, ed ucciso come d[ett]i malevoli dicono ma e morto p[er] il sud[dett]o motivo della doglia di ventre, e cosi anno d[ett]o essere la verita di causa scientia = ...
Presentibus pro testibus =
Costantino BLUMETTI Reggio Giudice á contratti = Testimoni= Gabriele BELLUSCIO, Costantino CUCCI, Abramo LO PREJTE, Giuseppe CERASO, Carlo MATANÒ Fran[ces]co BELLUSCIO e Gennaro BAVASSO
(Archivio di Stato di Castrovillari; Notaio Giacomo SEVERINO di Firmo, anno 1765, cc 6r - 6v, 6 luglio 1765)

Per una spiegazione illustrata sulla produzione di formaggio, fra cui la tuma, vedi la pagina Mangiare è una festa.



Resumen

El año 1764 fue particularmente difícil para la gente común del sur de Italia. En 1763 las condiciones atmosféricas fueron tales que las cosechas se perdieron, dejando a la población a la misericordia de los especuladores y con el prospecto de hambre extrema. Ya había habido carestía en 1759, pero Carlos III pudo proveer a Nápoles de 750.000 tomoli de grano proveniente de Sicilia, saciando el hambre de las masas. Pero esta vez había dejado todo a cargo de su hijito Ferdinando, y las cosas fueron de mal en peor. A la escasez de grano se sumaron los especuladores que trataron de sacar ventaja de la situación cobrando precios exorbitantes. El gobierno trató de racionar el grano existente con métodos diversos, pero el resultado fue que a menudo gente inocente quedaba tendida en la calle, muerta a causa de la violencia que resultaba de tratar de adquirir pan. Uno de los efectos de esta situación fue que mucha gente dejó sus pueblos nativos buscando comida. Algunos nunca la encontraron, y sus cuerpos yacían al lado de los caminos, inspirando a otros viandantes a encenderles velas a su lado. Aunque la cosecha de 1764 fue buena, la población, ya debilitada en extremo, tuvo que enfrentarse con una segunda amenaza: El tifus. Transmitido por piojos, la enfermedad encontró un campo fértil en las masas emaciadas.
(Ver "La Carestia del 1764 nell'alta Valle del Tammaro", por Annibale Laudato, Ed. Centro Culturale per lo Studio della Civiltà Contadina nel Sannio, Campolattaro, 1983)

Aunque Domenico BUONO no se murió de tifus, fue uno de los muchos que pereció en esa época. Es difícil determinar si estaba tan débil que su cuerpo no pudo asimilar el queso (tuma)* y las verduras, o si comió algo venenoso. Quizás estaba sufriendo de una enfermedad mortal que se agravó por su dieta o por las circunstancias. Lo cierto es que en Frascineto hay un proverbio que dice "tumba të grisën", el queso fresco te consume, por el hecho de que ese tipo de queso es difícil de digerir.
Su paisano Gennaro LOPREITE declaró ante el notario que había estado conversando con Domenico cuando volvió, y que le había preguntado, "¿Dónde has estado todo este tiempo, que nadie sabía qué te había pasado?" y que su búsqueda de vituallas llevó a Domenico a Frascineto, donde fue de manada en manada, cortándoles las barbas a los pastores de ovejas, a cambio de queso y verduras, que comió sin preocuparse. Nicola Maria VACCARO dijo que la esposa de Domenico, Orsola VACCARO, trató de ayudarlo preparando un remedio casero. Orsola fue en busca de azúcar para endulzar el medicamento, pero no pudo encontrarla. Cuando volvió a su casa, encontró a su esposo muerto.
Su mujer Orsola y su tía Teresa VACCARO declararon que había vuelto con aspecto "muy flaco". Todos los testimonios dijeron que como consecuencia de comer queso y verduras, su estómago se había hinchado y endurecido, lo que le causó la muerte. Sus declaraciones fueron asentadas porque algunas malas lenguas en el pueblo habían esparcido acusaciones de que a Domenico lo habían matado a bastonazos, o que se murió por haber sido maltratado. A.B.

* De "ItalyWeekly.it", Noviembre 10, 2003: "Canestrato (también llamado Incanestrato). Queso de leche de oveja que, fresco, se vende bajo el nombre de tuma. La mayoría del tuma se coloca en pequeñas canastas de mimbre y se deja curar. La costra del queso tiene la forma de la marca de la canasta. El queso se usa para comer y se raya para rellenos."



English summary

The year 1764 was particularly difficult for the common people of Southern Italy. In 1763 the weather pattern was such that the grain crops were devastated, leaving the population at the mercy of speculators and facing extreme hunger. There had been famine already in 1759, but Charles III had been able to bring to Napoli 750,000 tomoli of wheat from Sicily, quelling the hunger of the masses. But this time he had left his young son Ferdinand in charge, and things went from bad to worse. Added to the scarcity of grain were the speculators who sought to take advantage of the situation by charging exorbitant prices. The government tried to ration the available grain by different methods, but the result was that often innocent people were left lying dead on the streets from the violence that resulted from attempts to get a loaf of bread. One of the effects of this situation was that many left their native towns and villages in search of food. Some never found it, and their bodies lay by the roadsides, prompting some to light candles by them. Although the harvest of 1764 was good, the weakened population had to deal with a second menace: Typhus. Transmitted by lice, the disease found fertile ground in the emaciated masses.
(See "La Carestia del 1764 nell'alta Valle del Tammaro", by Annibale Laudato, Ed. Centro Culturale per lo Studio della Civiltà Contadina nel Sannio, Campolattaro, 1983)

Although Domenico BUONO did not die of typhus, he was one of the many that perished at this time. It is difficult to tell whether he was weakened to the point that his body could not assimilate the cheese (tuma)* and vegetables, or whether he ate something poisonous. Perhaps he was suffering of a terminal disease that was exacerbated by his diet. What is certain is that in Frascineto there is a popular saying, "tumba të grisën", fresh cheese consumes you, precisely because it is hard to digest.
According to his fellow townsman Gennaro LOPREITE, his search for food took him to Frascineto, where he roamed from one shepherd's herd to another working as a barber, in exchange for cheese and vegetables. Nicola Maria VACCARO stated that Domenico's wife Orsola VACCARO tried to help him by preparing a homemade remedy. He said that she went in search of sugar to add to the medicine, but returned empty handed. At that time she learned that her husband had passed away.
His wife Orsola and his aunt Teresa VACCARO stated that he had come back looking thin. All witnesses stated that as a consequence of eating cheese and vegetables his stomach had swollen and hardened, from which he died. Their depositions were taken because there had been rumors that he had died from being beaten with a cane, or mistreated. A.B.

* From "ItalyWeekly.it", November 10, 2003: "Canestrato (also called Incanestrato). A sheep's-milk cheese that, when fresh, is sold under the name tuma. Most tuma is put in small wicker baskets and aged. The rind of the harder cheese shows the imprint of the basket. The cheese is used for eating and for grating into fillings."


1780

Rito Greco e Rito Cattolico in Frascineto
Greek Rite and Catholic Rite in Frascineto

Tenemos evidencia de que se practicaban los dos ritos en Frascineto, por un párrafo que se encuentra en el testamento de Giovanni FERRARO hijo del difunto Francesco, con fecha del 6 de marzo de 1780: "Item, lascia p[er] il funerale á tutti j R[everen]di Sacerdoti di Frascineto, tanto Greci, q[ua]nto latini la som[m]a di Duc[ati] venti, ed ancora p[er] pregare l'Iddio p[er] l'anima d'esso Tes[tator]e"...
(Archivio di Stato di Castrovillari, Fondo Notarile, Notaio Ferdinando FRASCINO di Frascineto, anno 1780, c 8v)

We find evidence of the practice of Greek and Latin Rite in Frascineto, in a paragraph found in the last will and testament of Giovanni FERRARO son of the deceased Francesco, dated March 6, 1780: "Item, [the testator] leaves for his funeral, to all Reverend Priests of Frascineto, Greek or Latin, the sum of twenty ducats, so they may pray to God for the soul of the said testator"...


1781

Il Sindaco di Frasineto per l'anno 1781 / The Mayor of Frascineto for the year 1781

Giambattista FERRARI figlio del deceduto Giuseppe, era il Sindaco di Frascineto in questo anno. Il Procuratore della Cappella del Purgatorio di Frascineto era Mastro Gaetano FERRARI della stessa Terra.
Archivio di Stato di Castrovillari, Fondo Notarile, Notaio Ferdinando Frascino di Frascineto, anno 1781, c 15v-17v, 8 aprile 1781)


1781

Prima messa celebrata nella Chiesa di S. Maria Assunta in Frascineto
First mass celebrated in the the Church of Santa Maria Assunta in Frascineto

"L'altare maggiore della Chiesa per sette anni fu privilegiato ed in esso la prima volta cominciossi ad officiare nel 24 Giugno dell'anno 1781 - Tale notizia appresa in un vecchio Triodio pubblicato nell'anno 1738, ne avvisa che la Chiesa Matrice si compì ed aprì al culto divino nell'anno 1781, onde nel 24 Giugno 1781 la prima volta si celebrò la Messa." [Bernardo Bilotta Arciprete]
(Frascineto, Registro dei Defunti, p. 223)

A note in an old Triodio [Greek Rite book] states that the Mother Church of Frascineto was finished and opened for worship in the year 1781, where on June 24, 1781, was celebrated Mass for the first time.


1781

Rito Greco e Rito Cattolico in Civita / Greek Rite and Latin Rite in Civita

Dalla santa visita del 29 aprile 1781: "Præsentatus coram R[everendissi]mo [...] Vicario Cassanen, et Visitatore, at quo fuit dictum, quod nomina Baptizatorum Rito Latino viveanti[..] describantuir posterem in altra rubrica apponendatiu Novo Codice Baptizator[um] pro Græcis conficiendo, cum indice alphabetico in fine. Datum Civitæ in Cursu S[anctæ] Vis[itationi]s die 29 M[ensi]s Aprilis 1781. It[e]m pariter fiat pro descriptione particularem status animar[um] ejusdem Ritus.
F. Giannertasio (?) Vic[arius] Gen[era]lis, et Visitat[oris]
Orofino S[ancti] V[isitatori]s Cancell[ieri]
"

Queste ordini non sono mai state eseguite. Per lo spazio di quasi trent' anni indietro, anche se c'erano sacerdoti di rito greco, la maggioranza dei curati che battezzavano erano di Rito Latino.

(Civita, Parrocchia S. Maria Assunta, Libro dei Battesimi, fine dell'anno 1781)

From the Sacred Visit of April 29, 1781: "When recording baptisms in the new register, those who are of the Latin Rite should be registered in a different place after those of the Greek Rite, with an alphabetical index at the end. Also, describe who are of the Latin rite in a clerical survey."

These directives were never implemented. There were priests of both rites in Civita. For the space of almost thirty years up to this time, however, most of the priests that baptized were of the Latin rite. In this parish the practicing rite of the priest, not of the parishioners, was the element recorded in the baptism entries, so it is not possible to know who favored one or the other. It is possible that the order that came from this Sacred Visit was a preliminary attempt to eliminate the Greek rite.


1782

Francesco BELLUSCI fu Sindaco di Porcile per l'anno 1782.
Francesco BELLUSCIO was the Mayor of Porcile during 1782.

La notizia si verifica nel testamento di Giovanni FERRARI di Porcile: "Testamento Nuncupativo di Giovanne FERRARI del Casale di Porcile ... "Item dice che va dovendo all'attuale Sindaco Mag[nifi]co Fran[cesco] BELLUSCIO tumula due di g[ra]no alla ragione di carlini diecesette, q[ua]le vuole, che una tal suma li sia á suo tempo consignato="...
(Archivio di Stato di Castrovillari, Fondo Notarile, Notaio Ferdinando FRASCINO di Frascineto, anno 1782, c. 4 recto, 2 marzo 1782)
Vedi Francesco BELLUSCI nel Catasto Onciario di Porcile.

The reference can be found in the last will and testament of Giovanni FERRARI of Porcile. In this document, Giovanni states that he owes the present Mayor of Porcile, the "Magnifico" Francesco BELLUSCIO, two tumula of grain for the price of 17 carlini, and he wants the loan to be paid when he dies.


1784

Il Sindaco di Frascineto per quest'anno era Costantino CIRIACO. Il Procuratore della Chiesa della Assunta era Leonardo GUGLIELMO.
(Archivio di Stato di Castrovillari, Fondo Notarile, Notaio Ferdinando Frascino di Frascineto, anno 1784, c. 35r)


1799

Protesta della Cittadinanza di Frascineto e Porcile per la mancanza del proprio Governatore...
The citizens of Porcile and Frascineto protest for the lack of law and order

(Folio 21 verso) "Convenz[ion]e delle due Un[iversi]tà di Frascineto, e Porcile, per il Govern[a]d[o]re=

(Folio 22 recto) In Dei nomine Amen. Die vigesima secunda Mens[is] Maij millessimi, septincentessimi, nonagessimi noni [22 maggio 1799] in Terra Frascineti & Reg[nant]e in nobis Ferdinando quarto & Ind[ition]e secunda&= =
Costituti personalmente nella p[rese]nza nostra Li Mag[nifi]ci Reggimentarij delle due delle Unt[iversi]tà di Frascineto, e Porcile, ció é Antonio GROPPA sindaco, Fran[cesco] MARINO eletto, Sig[no]r D. Gianvincenzo PACE Sindaco, e Domenico SPATA eletto, li primi due dell'Uni[versi]tá di Frascineto am[m]inis[trato]rij e li secondi di quella di Porcile, li quali spont[aneament]e una simul, et in solidum l[o]que principaliter aggono, ed intervengono alle cose infra[scrit]te p[er] loro stesso, ed i nome, e parte delle sud[dett]e due uni[versi]tá ed Amministratori pro tempore delle medeme [medesime], e bene di quelle in futurum & merce colloquio tenuto in publica Piazza sotto il di 19 Magg[i]o 1799 = Copia legale originalm[ent]e s'inserisce nel pres[ent]e Istrum[ento], p[er] futura cautela in perpetuum &=
Li cennati Reggimentarij in nome delle sud[ett]e Un[iversi]tà Frascineto, e Porcile loro P.le (?) una simul, et in solidum l[o]que principaliter spontaneamente ann'asserito, siccome asseriscono in p[rese]nza nostra Come avendo considerato la sciavitú, e tirannia di Castrovillari in cuj an sofferto p[er] il Gover[na]d[or]e, sono peró entrati in loro stesso, e volendo riaquistare l'antica solita loro indipendenza, che an goduto di loro Predecessori, come dalli Documenti, a cuj apparisce come dicono, si son peró risoluti di uscire, ed esentarsi di tal giogo, e p[er]ció col consenso del Publico ne son ricorsi dall'attual provisti[er]e (?) G[enera]le del Sig[no]r D. Felice Antonio D'ALESSANDRIA Vescovo di Cariati, e Gerenza destinato da Sua Ecc[ellenz]a D. Fabrizio Cardinal RUFFO p[er] la C[urial?] C[amer]a con sup[r]a esponendo le dovute ragioni, che susietevano ápró di d[ett]e due Un[iversi]tá loro (f. 22v) P[resen]te, il quale avendo mira all'esposte ragioni, ordinó, che si convocasse Parlam[ento], ed assignarsi durante l'esercizio di Reg[i]o Governadore destinando docati dieci al mese, e se accaso poi il nostro Sovranno che il Sig[no]re feliciti, si compiacesse restituirli il Feudo all'Ill[ustr]e P[rinci]pe di Cariati assignare al mentovato Govern[a]d[or]e docati sei al mese, e ripeterli in seguito nella decisione della Causa, che vette in Napoli su tale separazione di governo, come da d[ett]a suplica, e venerato res.to il tutto si ravvisa, che originalm[ent]e s'inserisce nel pres[ent]e Istrom[ento]; Aqual oggetto avendo mira j prefati Regimentarij in nome, come di sopra delle loro P[resent]e Uni[versi]tá; che un tal progetto f[att]o da d[ett]o Monsig[nor]e há del giusto, ed onesto prontamente si non offerti di sborzare al destinando Gover[na]d[ore] R[eg]g[i]o li docati dieci al mese, e sei se acaso ricadi in mano dell'Ill[ustr]e P[rinci]pe di Cariati, con la condiz[ion]e di ripeterli peró dal medemo in exita causæ=
Fatta dunque una tale assertiva, e volendo li presenti Amminis[trato]ri mandare in effetto tutto ció che di sopra si é d[ett]o, e merce publico, e solenne Istrum[ento] roborarlo, quindi é, che oggi sud[dett]o gior[no] una simul, et in solidum, si obligano col loro giuram[ento] in nome di de[tte] Uni[versi]tá, ed Amminis[trato]ri pro tempore in virtú di d[ett]i colloqui, e Sup[r]a di dare, e consignare l'espressate summe a d[ett]o Gover[na]d[o]re destinando di d[ett]a Convenz[ion]e a qual effetto obligano loro stesso, e predeces[sor]i di d[ett]e loro P[resen]ti Uni[versi]tá al rimborzo sud[dett]o in futurum, e senza verun eccez[ion]e giacche si tratta di sommo vantaggio, ed utile alle medeme Uni[versi]tà di riaquistare il primitivo stato indipend[ent]e dal Go[ver]no di Castrovillari a tenore dell'antica consuetud[in]e, coll'ist[esse] (?) (f. 23r) e defense sopra tutti j beni loro, e dette loro Uni[versi]tá, e posteri amm[inistrator]j di esse, etiam ante damnum possam= =
Ed anno promesso, cosicome promettono essi, Mag[nifi]ci Ammin[istrator]j in nome come sopra, e beni di esse, p[er] solenne, e leg[itti]ma stipula la convenz[ion]e, e paga da farsi, secondo il stabilim[ent]o fatto, e tutto, e q[ua]nto in q[ues]to Istrum[ento] stá espressato convenuto, e dichiarato averlo, p[er] sempre, ed in ogni fut[ur]o tempore, p[er] rato, grato, e fermo ed aquello (sic) non controvenire, p[er] qualunq[u]e causa, motivo, ó rag[ion]e nullasq[u]e literas&, et illos= Tenore pur'anche delli due Parlam[ent]i seguito in d[ett]e due Uni[versi]tà. Per la reale osservanza delle cose sud[dett]e tutte obligano loro stessi (?) beni di d[ett]e Uni[versi]tà, ed Amminis[trator]i pro temp[or]e sub pena, et ad penam dupli per medietate& cum [...]&
P[ræsen]tibus
Mag[nifi]co Emmanuele BELLUSCIO Reg[gi]o Jud[ice] Terræ Civitæ
D. Vincenzo FERRARI Arcip[ret]e
Bernardo PALISCIANO
D. Davide PACE     Tes[ti]bus Terræ Fras[cineti]
Saverio FERRARI
Costantino BLAJOTTA
(Archivio di Stato di Castrovillari, Notaio Ferdinando Frascino di Frascineto, anno 1799, ff. come sopra)

Nota: In quel periodo il Governatore aveva a suo carico l'amministrazione della giustizia. Il suo impegno era diverso di quello dei governatori attuali. Per avere una idea degli impegni appartenenti alle diverse cariche dell'epoca, si veda il lavoro del Col. Pasquale Elia su Ceglie Messapica. La maggioranza dell'informazione è pertinente al nostro ambiente (in Italiano).
Si noti che questo è un periodo di tensione per il Regno, in quanto il Cardinale Ruffo stava per marciare verso Napoli per riprenderla dai Francesi a nome della Corona Borbonica. A.B.

Ci sono due documenti relazionati con questo intento di riprendere la sovrania giuridica, che poi non è stata esaudito, dato che le cause continuarono ad essere gestite dal Governatore di Castrovillari.

Copia&= Frascineto 19 Maggio 1799= Radunati in publico Parlam[ento] l'infrascritti Cittadini p[ri]mo coll'emanaz[ione] de Banni emanati dall'ord[enat]o Serv[ente] And[re]a GAETANO, p[er] tutti li soliti luoghi di q[uest]a Uni[versi]tà. Li Mag[ist]ri del G[over]no Ant[oni]o GROPPA Sin[dac]o, Fran[ces]co MARINO eletto una coll'assistenza, e pr[esen]za del Mag[nifi]co luog[otenent]e Interino N[ota]r Ferdinando FRASCINO, sicche uniti tutti si è fatto la seg[uent]e proposta= In occas[ion]e che tanto la nostra Padria unicam[ent]e con questa di Porcile, che é poco lontano da q[ue]sta, ad un tratto, e semplice aviso si son Realizati p[er] l'attacam[ento], e Zelo avuto p[er] la Real Corona dello stato, e della Religione, all'opposto di quella Cittá di Castrovillari, che ancora continuava nella democrazia. Per non convivere dunq[u]e in una Anarchia, la quale portava seco lite, edisturbi, sicche p[er] assicurare il buon ordine, si della vita, che della robba, han stimato doveroso un Publico eliggere un Luog[otenen]te, come in fatti segui nella persona del Mag[nifi]co Reg[gi]o Not[ar]o D. Ferdinando FRASCINO, e che consecutivam[ent]e con sup[r]a diretta al Commandante d'allora D. Gius[epp]e MAZZA venne confirmato, alla p[er]fine volendo la nos[tr]a Pad[ri]a, e quella di Porcile essentassi totalment]e dal giogo sofferto p[er] lo passato dal Gover[na]d[or]e di Castrovill[ar]i, e divivere indipendenti da quello, come era l'antico solito, si è stimato anche col vostro consenso ricorrere nuovam[ent]e dall'attuale V[icari]o G[enera]le Sig[no]r D. Felice Ant[oni]o D'ALESSANDRIA Vescovo di Cariati, e Gerenza destinato dall' emin[ent]is[si]mo Sig[no]r Cardinale, dal q[ua]le con suo venerato ris.to, si è ottenuto di assignare la messata al Gover[na]d[or]e destinando docati dieci almese in Publico Parlam[ento] durante l'esercizio di Reg[gi]o Gover[na]d[or]e e caso poi, che la M[aestà] del Sovrano si compiacesca istituire all'Ill[ustrissimo] Principe di Cariati il suo Feudo, assignare al cennato Gover[na]d[or]e docati sei al mese, e ripeterli in seguito dalmed[esim]o Ill[ustr]e P[rinci]pe nella disp[osizion]e della causa, che vette in Napoli, su tale separaz[ione] di Governo, ed obbligarsi sollennem[ent]e li due rispettivi Sindaci formarsi a dovute carte e rimetterle al Sig[no]r Vic[ari]o G[enera]le in Cosenza ad desiderato fine, onde ogn'uno dica dica il suo il suo (sic) parere, ed intesa tal proposta dalli qui sotto annotati Cittadini, tutti risposero unanimam[ent]e d'esser pronti pagarre le respettive Somme, come di segna, onde, che si formassero le dovute cautele anonna(?) dal venerato restritto del prelodato Monsig[no]r V[icari]o G[enera]le di Cosenza, e rimettersi al med[esim]o, volendo rilevarci dalle soverchiarie del G[over]no Di Castrovill[ar]i, e di riaquis[ta]re la nostra antica e solita indipendenza, che an' goduto li nostri predecessori, e q[ua]nto l'attuali Reggij faranno l'abb.m.(?) per rato, grato, e cosi si e concluso p[er] grazia del Sig[nor]e, e si é terminato=
Cittadini Parlamentarij = Pietro FERRARI = Angelo FERRARI d'And[re]a = Gio[vann]e Ant[oni]o FERRARI = Nicola FERRARI = Gius[epp]e BUONO = Vincenzo FERRARO = Costantino FERRARO DI CANTONIO = Fran[cesco] FERR[AR]O DI COSTANTINO = Giambatt[ist]a FERRARO DI FRAN[CESCO] = Marsio LUCI = Agostino BRUNO = Ant[oni]o SCUTARO ROMONDINO = Fran[cesco] FERRARO = Pietranto[nio] FRAS[CINO] = Pietro BELLUSCI = Gius[epp]e FERRARO = Costantino MICELI = Giosafat MICELI = Gio[vann]e SOLANO = Ant[oni]o FRAS[CINO] = Carlo LUCI = Nicola PISARRI = Dom[enico] FRAS[CINO] = Tomaso SPATA = Gius[epp]e FRAS[CINO] = Proclo FRAS[CINO] = Angelo FERRARI = Lorito FERRARI = And[re]a BRAILE = Dom[enico] BARBATI = Martino FRAS[CINO] = Gius[epp]e BARBATI = Serafino BARBATI = Vincenzo LA PREVITERA = Pietrant[oni]o PARAPUGNA = Costantino CIRIACO = Giambatt[ist]a FERRARO DI GIUS[EPP]E = Vincenzo D'ORSA = Fran[cesco] GENTILE = Gio[vann]e CUCCI = Bernardo PALISCIANO = Lorenzo GROPPA = Pietro PELLICANO = Pietro CUCCI = Dom[enico] CUCCI = Fran[cesco] CAMPANELLA = Giambatt[ist]a PARAPUGNA = Gius[epp]e BELLIZZI = Michele MARINO = Vincenzo GROPPA = And[re]a GROPPA = Gen[nar]o MICELI = Diego FERRARO = Pasquale SICA = Pasquale DURANTE = Angelo DURANTE = Gius[epp]e M[ari]a CAMODECA = Biase SCUTARO = Biase RINALDI = And[re]a FRAS[CINO] = Fran[cesco] GROPPA = Santo D'AGOSTINO = Tiberio BELLUSCI = Gen[nar]o MARINO = Ant[oni]o SPATA = ed altri = Certi con comune consenso di tutti si é instato conchiuso come di sopra = Ant[oni]o GROPPA Sindaco = Fran[cesco] MARINO Eletto
Not[a]r Ferdinando FRASCINO Luog[otenent]e Interino = FRASCINO é Cancellie[re]

Ecc[ellenz]a R[everendissi]ma
L'Uni[versi]tá di Frascineto, e Porcile, qua[n]do esp.e á V[ostra] E[ccellenza] R[everndissi]ma, come allora quando le Sup[radic]ti stavano nel dominio d[e]l Barone Tufarelli ebbero sempre un Governadore Giud[ic]e p[er] compartire la dovuta giustizia ad amendue le Popolaz[io]ni di che, indi p[er] contratto di vendita passate in dominio dell'Ill[ustr]i Principi di Cariati, si continuó da' questi l'istesso sistema di destinarci un Gov[ernador]e, e Giud[ic]e, come raverificasi a una patente antica, che si produce; P[er] molti anni in quá peró li Sud[detti] Ill[ustr]e (sic) Principi di Cariati pro'tempore, p[er] un poco capriccio, e p[er] esentarsi il peso di contribuire al Gov[ernador]e destinar doveano all'Uni[versi]tá Sup[radic]ti, il mensuale soldo di D[ucati] sei á tenore del'ord[in]i legali, pensarono di aggregare le stesse sotto la giurisdizione d[e]l Governad[or]e di Castrovillari, Feudo posseduto d[a]lli Stessi, e dal ché ne ave riportato le Sup[radic]te d[e]l gravis[si]mo danno, e pregiudizio, p[er] non aver potuto conseguire quella giustizia, che avrebbero riportato, se il Governad[or]e vi fosse stato, come il solito, mentre piú e diverse cause civili, e Criminali si sono tralasciate, p[er] la distanza che vi possa far(?) Castrovillari, p[er] cui ogni Cittadino si é diffidato ad andarci, come oltresi nel dover pagare ivi chi lo defendeva, e p[er] ultimo fá orrore, ed ingiustizia vedersi continuam[en]te trascinati uomini, e Donne p[er] Testimonj, p[er] cause legieris[si]me; e p[er] lo piú p[er] sognati fatti, in Castrovillari, ed ivi languire p[er] lo piú p[er] giorni, e settimane, con positivo discapito nell'onestá delle povere donne, e continuam[en]te son stati tutti soggetti a positivi furti, ed estorsioni...

[verso] Seguita la democrazia nel passato mese di Febrajo p[er] tutta la Pieva. (Provincia?), furono costretti li sup[radic]ti democratizarsi ancora, má appena intesero, che taluna Uni[versi]tá di ess.. si sono realizzate, pratticarono immediatam[en]te lo stesso, tuttoché quella di Castrovillari continuava nella democrazia sud[dett]a, e p[er] non restare le sup[radic]ti in una vera anarchia, mercé la quale niuno stava sicuro nella vita, e nella robba, firmarono in publico parlam[en]to convocatosi, eliggere un Luogotenente p[er] rimettersi al buon ord[in]e, e ne diedero parte al Comand[ant]e D. Gius[epp]e MAZZA da chi fu confermato con un suo rescritto, che si presenta, nel tempo med[esim]o che p[er]vennero ordini di q[uest]a S[uddett]a U[niversi]da (sic) di assogettirsi le sup[radic]ti al Luog[otenen]te destinato in Castrovillari. Intanto avendosi dovuto procedere all'elezione di [...]elli G[...] di esse sup[radic]ti, nelli parlam[en]ti convocatisi p[er] l'eff[etto] sud[dett]o vi é presieduto il loro Luogotenente, altrim[en]ti amendue le Populaz[io]ni no sarebbero devenute á tal'elezione, e si sono chiaram[en]te spiegate di non poter soffrire oppressione d[a]l Gov[ernator]e, o Luogot[enen]te di Castrovillari, tanto maggior[me]nte che non devono star piú sogette alla tirannia, e despotismo d[e]l Principe di Cariati, il quale p[er] non avere ubidito al Real Comando di seguire la Maestá al Sovrano, allora quando parti di Napoli, li di lui Feudi son devoluti alla G[rand]e(?) Corte, p[er] cui si trovano tutti seguestrati.
Chi p[..] ricorrono le sup[radic]ti al sommo zelo, e giustizia di V[ostra] E[ccellenza] R[everendissi]ma, e viva[me]nte la supp[lichiam]o compiacersi accordar loco un G. Governad[or]e, e Giudice separat[ament]e di quello di Castrovillari, qualora non restasse securita di far continuare il Luogot[enen]te attuale, essendo ben contente e prontis[si]me di pagare il mensuale Soldo di D[ucati] Sei, qualora non appartenessero piú al súcennato P[rinci]pe di Cariati, al Sud[dett]o G. Gov[ernador]e destinando, p[er] non soffrire ulteriori ingiustizie, oppressioni, e dispendj, come an sofferto p[er] lo passato, e cosi conservarsi alle sup[radic]ti in giusto, ed antico solito di avere un Governad[or]e nella propria residenza, e lo riceveremo á specialis[si]ma grazia ut Deus.

[recto] Et á p[ræd[ictu]s(?) non recedendo son prontis[si]me le sup[radic]ti pagaresino á D[ocati] dieci al mese al Reg[gio] Gov[ernador]e, e Giud[ic]e destinando, sempreche sembrino pochi gl'offerti D[ocati] Sei, restando peró le sup[radic]ti Uni[versi]tá in benef[icio] della Maestá d[e]l Sovrano /D[ocati] come lo sono attual[men]te, a qualora ritornassero in benef[icio] d[e]l P[rinci]pe di Cariati, fintantoché non si deciderá la Causa, che vette in Napoli, pella destinaz[io]ne d[e]l Governad[or]e separato, e distinto dá quello di Castrovillari, come é fatto il solito, son contente ancora pagare al Governadore D[ocati] sei al mese, colla protesta formale dá ripeterli d[e]ll'anzid[ett]o Principe, quando si fará la decisione della Causa, mentre p[er] sfuggire li dedotti inconvenienti son costretti d[e]lla necessitá ad offrire tal pagam[en]to, e non altrim[en]ti, e p[er] il quale, di amendue le maniere son pronte ad obligarsine con qualunque scrittura, che V[ostra] E[ccellenza] R[everendissi]ma prescrivese, ché altre.
[Verso]Si convochi il Parlamento, e di trasmettano qui tutti gli atti
Del Sa. Vesc.o di Cariati e Gerenza V.G.[.] di C.C.

The Citizens of Frascineto and Porcile complain about the lack of their own local Judiciary

Summary/Commentary: The Mayors of Frascineto and Porcile, as well as their elected substitutes, decided to appeal to the Bishop of Cariati with the objective of regaining a "Governor" or judge that would hear the local disputes and other pertinent cases. In the past they had such a post with jurisdiction on Frascineto and Porcile, which paid 6 ducats per month. This was in effect when the House of Tuffarelli held the two towns in its possession.

The Prince of Cariati was the next owner. He wanted to save some money, so he dismissed the judge of Frascineto and Porcile, forcing the citizens to go to Castrovillari if they needed to attend to legal matters. Today the distance can be traversed by car in less than 15 minutes. But the change was inconvenient to some of the citizens of that time, who let circumstances take their course against them without contesting them. The court at Castrovillari, insensitive to the needs of these citizens, at times took up the cases after delaying them ad infinitum, and not always showing honest impartiality. This situation usually resulted in greater detriment to some of the parties, especially in disputations that were related to money. Men and women were asked to be present in court for interminable litigations, with the asociated expenses, which were hard to bear in a society noted for their general poverty. According to the concerns expressed in the documents above, women were particularly at risk of "losing their honor" in such circumstances.

A petition was filed in Napoli prior to this decision taken by the citizens to bring back the post of Judge, but those cases generally took a very long time to even be considered, and concluded. This order of things was probably what compelled the citizens to take additional measures.

The petition addressed to the Bishop of Cariati was not a casual move. A month before the town meeting took place, Bishop D'Alessandria, to whom the request was addressed, had been given charge of Cosenza by Cardinal Ruffo, during his march northwards to retake the Kingdom from the French. The Bishop, then, was in an excellent position to do something about the request, including putting pressure on the Prince of Cariati to restore the post in Frascineto (The position of the Prince was shaky at best, because of the attempts to abolish feudalism made during the "Repubblica Partenopea". The first such attempt was approved on April 24, 1799). The citizens qualified Castrovillari as being partisan to "democracy", while Frascineto and Porcile were faithful supporters of the King, hoping to add fuel to the flame. The Bishop replied with a request to send all pertinent papers to him. In reality, the third document shown here is the petition that went to the Bishop (Probably sent very near the time that he started ruling Cosenza), the other two were the measures taken after he told them what steps to take.

The petition to the Bishop proposed at least two goals to get a new Governatore: The first involved using his powers of persuasion to convince the King through Cardinal Ruffo to reinstate the Prince of Cariati (This is not stated, but the chain of command listed in the document does mention Ruffo). If the Prince was reinstated, they asked the Bishop himself to convince the Prince to reinstate the post in question, paying, as was done before, a salary of 6 monthly ducats. If no money was available, a second alternative was offered, in which the citizens were willing to pay the 6 ducats, or 10 if the individual who filled the post was not satisfied with the first amount.

Results: Feudalism was abolished in 1806. Subsequent petitions were still filed in Castrovillari, from which we may conclude that nothing changed.


Metodo di Trascrizione/Transcription Method

  • Dal Catasto: La maggioranza delle abbreviazioni di nomi, cognomi, paesi di origine e le parentele sono state rimpiazzate con vocaboli che rappresentano i nomi completi, con le lettere mancanti fra parentesi [] per facilitare la loro comprensione. Il testo rimane fedele anche riguardo l'uso di lettere maiuscole da parte dell'autore del documento.

    Del Catasto: La mayoría de las abreviaturas de nombres, apellidos, lugares de origen y las parentelas han sido reemplazadas con vocablos que representan sus nombres completos, con las letras que faltan entre paréntesis [] para facilitar su comprensión. El texto es fiel también en lo que se refiere al uso de letras mayúsculas por parte del autor del documento.

    From the Catasto: Most abbreviations of names, surnames, places of origen and relationships were replaced with words that represent their complete names, with the missing letters placed between brackets [] to facilitate their comprehension. The text is also true regarding the use of capital letters by the author of the document.

  • Da altri documenti: L'informazione risulta conforme a gli originali, senza rimanere totalmente fedele alla forma.

    De otros documentos: La información refleja el contenido de los documentos originales, sin ser totalmente fiel a su formato.

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Fonti / Fuentes Históricas / Sources

  1. Catasto Onciario di Porcile (oggi Ejanina), 1752, Atti e Rivele

  2. Battesimi di S. Basilio Magno, Eianina, 1703 - 1742 (originale incompleto); Battesimi di S. Basilio Magno, Eianina, 1750 - 1795

  3. Morti di S. Basilio Magno, Eianina, 1750 - 1812 (originale incompleto); Morti di S. Basilio Magno, Eianina, 1882 - 1924 (originale incompleto)

  4. Alcuni morti dei registri della Parrocchia di S. Maria Assunta, Frascineto

  5. Atti di Morte, Ufficio di Stato Civile, Frascineto, 1809 -

  6. Altri Archivi Ecclesiastici, Archivi Privati, Biblioteche Pubbliche in Italia e in America

  7. Informazioni varie: Papàs Emanuele Giordano, Parroco di Ejanina; Giovanni Belluscio, Università degli Studi della Calabria


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