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INSAM, PRONTI ALLA SFIDA EUROPEA
A colloquio con il coach del Milano alla vigilia della semifinale di Continental Cup
di Andrea Di Quarto
foto Marco Guariglia

22/11/01 - Seppellire di reti il Renon non ha procurato "sconti" ai giocatori del Milano. Il gala di Asiago è alla porte e Adolf Insam non è certo il tipo da concedere rilassamenti. HM lo ha intervistato per fare il punto di questa prima parte della stagione.
Partiamo dalla classifica. Quest'estate mi dicesti che dopo un secondo posto non potevi nasconderti e che l'obiettivo era vincere.
Già, invece siamo in ritardo sulle prime. Rispetto allo scorso anno è venuto fuori un campionato molto più equilibrato, con tutti quanti che giocano un sistema molto difensivo. L'Asiago resta una spanna sopra glia altri, poi bene o male siamo tutti sullo stesso livello.
Gioco difensivo che che vi rende la vita difficile in zona gol, mi par di vedere
Maledizione quest'anno è incredibile, facciamo una fatica enorme a metterla dentro! C'è l'impegno, si costruiscono occasioni, ma il disco non entra. In fondo la differenza rispetto allo scorso anno sta tutta qui. Noi quest'anno giochiamo in maniera opposta rispetto alla passata stagione: prima subivamo molto, quest'anno abbiamo irrobustito la difesa e inoltre attacchiamo di più,  infatti abbiamo preso pochi gol, ma il disco non entra! Devo dire grazie alla nostra terza linea che ci ha sostenuto benissimo. Quella linea non ha perso un solo incontro!
Sterilità offensiva che porta il discorso sugli stranieri, in fondo sono loro i "condannati" a fare la differenza.
Ci è successo di tutto, Beattie con gravi problemi familiari, Lefevbre che sembra stregato, lo stesso Hiller che pur segnando un po' di più rispetto agli altri ha segnato pur sempre meno delle aspettative... Sono tutti giocatori ottimi, che sulla carta ci hanno migliorato, invece stanno soffrendo.
Tu come te lo spieghi?
Credo che nel caso di Hiller e Lefevbre il passaggio dalla Del abbia inciso. Quello è un campionato più tattico, qui si gioca più tutti dietro al disco. Prendi Lefevbre, ha dei numeri splendidi, ma anche se ne salta uno ne ha altri quattro intorno. Adesso con Duthie al fianco, un centro di ruolo, le cose dovrebbero migliorare. Credete il primo a dispiacersi della situazione è lui!
Parlavi di Beattie, a che punto è la situazione?
Adesso il giocatore disputerà la Continental poi tornerà in Canada per la pausa natalizia per stare vicino alla famiglia. Dopodichè dovrebbe rientrare da noi.
E Grossi?
Il suo contratto scade a novembre due stranieri in più sono un lusso eccessivo.
Problemi a parte come giudichi la stagione?
Ottima. Abbiamo già centrato due risultati importanti, la Supercoppa e la semifinale di Continental. Purtroppo non siamo entrati in Coppa Italia e mi spiace, però credo che la vittoria nel girone di CC sia una piccola impresa, qui da dieci anni a questa parte non si era vinto niente e la qualificazione in Europa era sfuggita anche con sedici canadesi in campo. L'ideale era centrare tutti gli obiettivi, ma se devo perderne uno meglio perdere la qualificazione alla Coppa Italia (che poi va giocata e vinta) che un girone di Continental. Credo sia stata poco valorizzata. Hanno detto che i kazaki mancavano di dieci titolari: andate a confrontare il roster e vedrete che ce n'erano quindici che hanno preso parte all'ultimo mondiale! Certo, resta l'amarezza per la Coppa Italia, se ci penso...avessimo vinto col Fassa e perso con il Bolzano ci saremmo qualificati...Pazienza, anche questo aiuta a crescere.
Forse avete pagato proprio lo sforzo della tre giorni europea
Possibile. Anche per martedì prossimo, contro il Merano, sono molto preoccupato. Anche giocando a quattro linee, come giocherò ad Asiago, il dispendio è enorme.
Parliamone di questa Coppa, non è che ci siano molte chances
Sicuramente, il Lugano è di un altro pianeta e dopo l'esperienza dello scorso anno non sottovaluterà l'impegno. Con l'Asiago, invece, possiamo giocarcela. Dei bielorussi si sa poco, ma è pur sempre un hockey di scuola sovietica, gente che tecnicamente ci sa fare. Bisogna superarli in chiave tattica.
Vox populi: poco feeling fra te e Tomasello. Qual è la verità?
Tra noi non c'è alcun problema. Parliamo molto, è chiaro che un giocatore vuole sempre giocare e Tomasello sta pagando il fatto che abbiamo uno straniero in più in attacco. Detto questo è un giocatore che stimo e al quale ho sempre detto che se si mettesse sotto a lavorare per crescere difensivamente si completerebbe. In ogni caso per me la prima cosa che conta è la squadra, non i singoli, tutti devono lavorare e farsi trovare sempre pronti, anche se per soli due cambi, magari. Non scorsdiamoci che ho dodici attaccanti! Abbiamo intrapreso una strada per dare a Milano una squadra di professionisti e il professionismo comporta accettare tante cose. Tutti vogliono giocare di più, il compito di una allenatore è gestire il gruppo.
Ultima domanda in chiave azzurra. Cortina ha lanciato un appello per aumentare il numero degli stranieri, tu che ne pensi?
Storia lunga e storia vecchia. Se le società si convincessero ad aggiungere anche un solo oriundo non potrebbe che fare bene, ma è difficile, molto difficile.